www.ivomilan.it

   IVO MILAN – Radical Fashion Blog

Archive
Design

Tutt’altro che estraneo al mondo del design, Ziggy Chen, pseudonimo di Chen Xiang, lancia la propria etichetta per la sola linea da uomo a Shanghai nel 2012, dopo aver occupato per anni la cattedra in design tessile ed esser stato a capo della Decoster Concept, marchio di avanguardia destinato al mercato locale cinese.

Il successo e l’attenzione internazionali gli permettono di esordire nel 2019 anche con la linea da donna.

Con un’abilità tipicamente orientale, Ziggy fonde tracce culturali del vastissimo patrimonio tradizionale della propria terra d’origine con le sollecitazioni e i ritmi del mondo occidentale. Un sincretismo che procede dall’importazione dei migliori tessuti europei e giapponesi, alla loro ricomposizione secondo antichissime tecniche manifatturiere locali e interpretazioni stilistiche continuamente influenzate dal mondo delle arti figurative, dei molti paesi visitati e di una particolare attenzione alla più semplice e operosa vita quotidiana.

Ziggy Chen mescola i diversi stimoli e saperi guidato da un’idea di confort e una predilezione accentuata per le fibre naturali: sete, cotoni, lane e cachemire. Una poetica che sa appropriarsi di asimmetrie e dettagli decorativi magistralmente armonizzati tra abilità sartoriale e sensibilità cromatica distillata dalle fibre di volta in volta selezionate.

Crediti:

Stylist: Sari Milan
Fotografia: Cezara Schiopu
Testo: Soili Milan

Collaborazioni: Centro Ottico – Gruppo GREEN VISION

Read More

Eco-fashion-designer di origini italo-austriache, Agostina Zwilling è un’artista che indaga processi, scenari, metodologie e best practice nel design.

Con la tecnica del nuno-feltro crea opere che spaziano dall‘interior design (pareti in fibra, quadri, tappeti, arazzi ecc.), all’abbigliamento.

Forme e colori sono plasmati a mano, attraverso un lento processo che va dal massaggio tra seta, lana, cachemire, lino, canapa, faggio, ecc. alla scelta delle piante, fiori e radici che ne compongono le basi cromatiche.

Ogni capo è un’opera unica, impossibile uno sviluppo taglie effettivo, perché irripetibili ne diventano le finiture e la manipolazione genera ogni volta sfumature e dettagli inediti. Inconcepibile anche l’idea di opera definitivamente compiuta. Le fibre si muovono, si trasformano col tempo, in funzione dell’uso e della silhouette di chi le indossa. Il nuno-feltro è per sua natura dinamico e, nel lavoro della Zwilling, si presta ad una corrispondenza con il concetto di ‘opera aperta’, intesa come opera

la cui identità estetica, formale o materiale non è definita una volta per tutte, ma soggiace a fattori di variabilità che la rendono, entro limiti più o meno ampi, sempre diversi. (Cit. Umberto Eco)

Ma aperta anche nella sua possibilità di essere interpretata in modi che variano a seconda della sensibilità e delle emozioni di chi la incontra.

Quella della Zwilling, non è una semplice linea di abbigliamento, rappresenta una vera e propria filosofia di vita che aggrega e connette formazione, creatività, filiere sostenibili, sensibilizzazione etica ed estetica, secondo un’idea che il tessere sia un gesto che interseca reti umane e sociali col prodotto finale, senza interruzioni, come azione responsabile e circolare, in tensione armoniosa e consapevole entro un flusso che sa di arte, antropologia, ecologia, in generale di cultura e bellezza.

Sul sito ivomilan.com è possibile scoprire la collezione privata Zwilling per l’autunno/inverno 2023-’24.

 

Agostina Zwilling è la fondatrice dell’Italian Felt Academy. La scuola si trova a Verona. Per ulteriori informazioni e contatti, è possibile visitare il sito italianfeltacademy.it

 

Di seguito, un’immersione fotografica nei processi sperimentali che caratterizzano il lavoro della designer (il materiale è fornito dalla stessa Zwilling e i diritti sono riservati)


Read More

Il primo cambio di temperature permette finalmente di sperimentare la stagione autunnale anche al di fuori della dimensione ‘catalogo’ online e degli spazi quotidiani del negozio.

Ora è possibile collocare i capi entro i colori e le atmosfere del periodo, immaginandoli nelle loro potenziali e trasversali ricombinazioni. La nostra tutor Sari, in una giornata novembrina, ci conduce quindi in appassionati mix and match dove si potranno scoprire, da inedite prospettive, diversi capi dell’assortimento stagionale…


Il fantastico cachemire italiano di F-Cashmere – ovvero Fissore, storico marchio del filato più nobile – con diversi blocchi cromatici e dalla mano sorprendentemente morbida, accompagna un’ampia, rustica gonna in donegal inglese di Ricorrrobenew-entry anglo-nipponica. Chiudono l’ensemble: un cappello in maglia operata di acrilico, nylon e mohair di Chisaki – direttamente dal Giappone – e una delle borse in pelle naplakdell’allegra Maison altoatesina, Zilla.

 

E ancora, l’interpretazione alla Noir – Kei Ninomiya, della più classica maglia pesante invernale a trecce e lavorazioni lapponi in un pezzo di più femminile portabilità, grazie ad un ampio sviluppo delle maniche, di un complesso collo alto doppiato e di proporzioni ideali per gonne voluminose, come quella in tartan di cotone cerato proposta sempre da Ricorrrobe. Un cappello da freddi polari, tutto modellabile e la rivisitazione della tipica giacca storica da aviatore, strizzata e ripresa con ardite cuciture sartoriali, di Junya Watanabe, celebrano un prossimo inverno di internazionali possibilità ed evocazioni.

 

Per chiudere questo nostro appuntamento, un mix and match che rimescola un pezzo unico della designer del nuno-feltro di Emanuela Rovida, in biologica lana merinos e seta, lavorate e fuse con abilità pittoriche dalle colorazioni naturali di arbusti e piante territoriali, completamente reversibile e indossabile davanti e dietro, senza cuciture, adagiata su una gonna di Marc Le Bihan, dal tessuto ricercato di garza e lana cotta, lavorati insieme a bolle tridimensionali. A coprire l’eccezionalità dei capi, un cappotto dal sapore quotidiano, confortevole, di Forme d’Expression, in una maglia melange dal blu vivace e intenso, riverberato dall’abbacinante scintillio di una cartella in pelle metallizzata.

Read More

Quante volte in negozio un’avventrice occasionale e distratta ha esordito con questa esclamazione: ”ah, sì Issey Miyake, quello dei profumi!”

Un’espressione che, in tutta la sua ingenua purezza, rivelava l’eclatante distanza tra il nostro lavoro di promotori e divulgatori della cosiddetta scuola giapponese e il pubblico effettivamente raggiunto in città. Magari accadeva pure in simultanea con una delle tante vetrine focalizzate proprio su un capo avveniristico di Issey Miyake. Ogni volta, una sonora conferma del lungo cammino ancora da fare e la frustrazione cocente di essere incompresi. Senza voler innescare una competizione tra il mondo dei profumi e quello degli abiti, anche chi non sia del mestiere sa infatti quanto la sua storia appartenesse al secondo, con il profumo a tipico gadget degli stilisti più affermati.

Eppure non a Padova.

Portare Issey Miyake in città, 24 anni fa, quando il brand ancora non aveva una fama generalizzata (il profumo ancora non esisteva), non faceva status, ma circolava solo all’interno di evolute nicchie globali, significò un’importante accelerata verso la complessità ed un indiscutibile riconoscimento al negozio. Innanzitutto, per poterlo presentare, lo spazio doveva avere i ‘requisiti’ estetici compatibili con la severa filosofia della Maison, la cui preoccupazione del tempo, più che alle vendite e alla diffusione del marchio, era rivolta alla difesa del suo prestigio culturale. Lo staff dello show-room parigino, venne personalmente ad accertarsi e a dare quindi il via libera, nel 1998 che la collaborazione tra Ivo Milan e l’azienda potesse avere inizio.

E fu subito un grande amore e una lunga avventura, una sfida sul filo della tensione creativa più accesa, interrotta solo dalla chiusura del negozio nel 2020 (allora non potevamo immaginare di poter riaprire) e dall’inevitabile avanzata di altri competitor locali…

Inutile dilungarci nell’ennesima narrazione intorno all’opera di Issey Miyake, ne hanno scritto e ne stanno scrivendo penne ben più esperte di noi. Nel nostro piccolo, abbiamo avuto più occasioni per presentarlo nelle sue diverse linee (Pleats Please, BaoBao, Fête, A-Poc, 132. 5, Cauliflower) e quelle satellite del gruppo (Haat, A-net con Final Home, Plantation e Zucca). Avendo lavorato per tanto tempo con tutte, concentrati in particolare su quella che porta il suo nome, offrendola nelle sue espressioni più ardite, libere e gioiose, crediamo che porgere una testimonianza di questa propulsiva collaborazione sia il minimo che possiamo fare alle tante persone che, spontaneamente, in questi giorni, ci hanno contattato per ringraziare di avere avuto l’opportunità di essere così vicine al migliore Issey Miyake.

Una carrellata di foto delle nostre vetrine, video (sul nostro canale youtube ne troverete moltissimi), di questa lunga storia insieme, con tutta la gratitudine verso la poesia che ha portato al nostro lavoro…grazie!

 

 


Read More

Mentre l’estate insiste nelle sue manifestazioni più torride, vagheggiando mete vacanziere, di ritmi e località rigeneranti, torniamo insieme a Sari con qualche scatto all’aperto.

Un’occasione per osservare, da altre prospettive, luci e combinazioni, le proposte di un catalogo ormai prossimo ad accogliere le prime consegne autunnali…Let’s go!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Grazie a GART per gli spazi e a Andrea Rossi per le foto

Accessori di: Shoto (borse e calzature), Zilla (borse), Chisaki (cappelli).

Abiti di: Marc Le Bihan, Album di Famiglia, Daniela Gregis, Junya Watanabe, Forme d’Expression, Shu Moriyama, Maria Calderara

 

 

 

 

Read More