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   IVO MILAN – Radical Fashion Blog

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Primi di ottobre 2021, ancora caldo e una Paris Fashion Week atipica, sfoltita di presenze straniere, sfilate e show-room (effetti della pandemia e di tutte le sue restrizioni).

Dopo quasi due anni di assenza dalla Ville Lumière, cariche di aspettative, ci immergiamo nel quartiere che ospita lo spazio di Marc Le Bihan, al 13° Arrondissement, nei pressi di Place d’Italie. Una zona a noi poco nota e nemmeno così familiare agli stessi circuiti della moda. Una sorpresa quindi inerpicarsi per una delle stradine silenziose che risalgono la piccola collina Butte-aux-Cailles. Passo dopo passo, un avanzare verso ritmi completamente diversi da quelli lasciati solo poche fermate prima della metro, nel ben più animato Marais. Il silenzio rassicurante dei borghi popolari nei giorni di riposo e il bianco diffuso delle case, da assolato villaggio di remote isole greche, interrotto da ricorrenti murales colorati. Spiazzate dall’improvviso cambio di prospettiva, quasi vacanziera, giungiamo, con puntualità svizzera, al nostro appuntamento.

Un portone tinto di blu si apre per accoglierci nel laboratorio del designer francese, ubicato proprio a fianco della sua abitazione. È qui che da qualche stagione si è trasferito con lo show-room. Ben più spazioso che nel negozio in zona Pigalle, si sviluppa alle spalle di un magnifico patio interno verdeggiante, attentamente allestito per accogliere amici e clienti con quel calore sincero che ne contraddistingue il carattere mite e generoso. Un’abilità nel mettere a proprio agio che investe ogni cellula, conducendola in sveltezza in una zona di comfort e benessere. L’incontro è quasi commovente, dopo tanto tempo e con tutti i cambiamenti affrontati. Ci si riporta nell’asse del lavoro, solo a seguito di rilassati ed affettuosi saluti, conditi di ironica leggerezza, iniziando così a studiare e comporre mentalmente la scelta di una collezione vastissima, distribuita in più stanze dalle luci soffuse.

Un percorso dentro una poetica ulteriormente evoluta rispetto alle ultime stagioni, dove l’haute couture si armonizza con l’archivio (sempre presente) e le novità dal sapore più contemporaneo.


Ne abbiamo già offerto in passato un’estesa presentazione (per un approfondimento, si veda qui) e Marc Le Bihan riesce a sviluppare quella stessa idea di femminilità con estrema coerenza e creatività, senza arrendersi alla deriva del ‘tutto ritorna’ con temibili e noiose ridondanze. Pur essendo ormai nel mestiere da diversi anni, con la primavera/estate 2022 risulta evidente una tensione verso la sperimentazione sia formale che tessile: dalle ‘scritture’ con sottopunto in movimento e in contrasto di colore che fuoriescono da complesse tinture della seta, esperimenti arditi, che dimezzano le dimensioni del tessuto di partenza, ai patchwork tessili che con la costante del non finito, dell’opera-aperta, generano capi dalle categorie ambivalenti, anche nella fruizione – un po’ giacca e un po’ camicia – capaci di collocarsi, a seconda del loro abbinamento, in ambiti elegantissimi o in contesti decisamente più informali e quotidiani.

La stessa presenza del tulle, tanto ricorrente nel suo percorso, viene elaborata dentro una gamma di colori che, nelle impalpabili sovrapposizioni, abbozzano sfumature di struggente poesia. Un certo romanticismo latente, viene sistematicamente contenuto grazie a composizioni dalle linee più composte e severe, con profili a taglio vivo e complesse costruzioni sartoriali o ruvide increspature in seta ed elastan.

 

 

È articolato l’assortimento, non facile sottrarre elementi da una sinfonia in cui tutto è interconnesso, ma alla fine, riemergendo da un incantamento quasi ipnotico, ci si ritrova in una personale selezione che Marc osserva, con curiosità e soddisfazione, colpito egli stesso dalle inesauribili possibilità interpretative delle sue proposte.

Nel frattempo si è fatta sera, con il suono screziato offerto da una puntina graffiante il disco che gira, si torna al piacere di racconti interminabili e risate tanto attese…


 

 

 

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Daniela Gregis FW 2021-2022

”Ma è tutto finito a mano!”

Esordisce con ammirato stupore una delle più capaci sarte cittadine, carezzando con sapiente attenzione l’interminabile ampiezza di un orlo da accorciare, punto terminale di un cappotto dal cachemire di una tale morbidezza al tatto, da rapire completamente la sua esperta sensibilità.

Laconicamente, con un certo orgoglio (Marta è ormai abituata alle nostre ‘cose mai viste’), le rispondo: ”Eh sì, è un capo di Daniela Gregis, lei lavora solo così!”

In effetti, penso, non sono state molte le occasioni in cui un capo della designer di Bergamo è arrivato in sartoria. Talmente confortevoli le vestibilità e proporzioni, da non richiedere mai adattamenti e, piuttosto di rinunciare anche ad un solo cm. dei suoi preziosissimi tessuti, si tende a sfruttare la funzionalità delle asole laterali per infilare un lembo e sistemare la lunghezza con improvvisata creatività.

Ma quel cappotto, in una tonalità ghiaccio melange, non poteva rovinarsi calpestato su e giù per i ponti veneziani, nelle corse mattutine, buttato in spalla nella routine lavorativa della sua fortunata fruitrice.

Perché i capi di Daniela Gregis hanno questo magnifico pregio: di farsi portare, anche nella loro preziosa composizione, dentro la vita di ogni giorno. Persino nella fretta o disattenzione più radicali, non generano imbarazzo, perché dritto e rovescio sono interscambiabili, così come il davanti e il retro o, nel caso dei capi-spalla, il sopra con il sotto. Non solo grazie ad una costruzione spesso concepita all’origine, con fantasie e tessuti che, doppiati e alternati, mutano aspetto a seconda di come li si metta, ma proprio per via di quelle finiture così attente e complete, da mantenersi in costante equilibrio ad ogni soluzione, anche la più distratta.

Daniela Gregis FW 2021-2022

Con un fare apparentemente giocoso, ben titolato nell’ultima collezione: ‘Tintinba‘ – suono onomatopeico, evocativo di strumenti fragili che, a contatto tra loro, si trasformano in melodie elementari e casuali – la dimensione ‘Gregis’ si dispiega in un’infinità di ipotesi e proposte cromatiche, tessili e formali, tutt’altro che abbozzate. Le armonie si compongono di un’intraducibile complicità tra ‘tema colore’ e la sua migliore traduzione materiale, che sia il velluto, il cachemire, la seta, il cotone, la garza, ecc. Ogni fibra viene investita di una responsabilità pittorica ed espressiva che si farà interprete di un sentimento stagionale dominante: il blu indefinito dei cieli invernali, i toni caldi dei castani di prepotenza, le note fredde di potenziali e auspicabili gelate stagionali.

Quel sapere si mostra nelle trame e negli orditi intrecciati di colori diversi, negli abbracci tra le indifferenti tensioni del velluto austero e le bonacce della garza di cachemire, nelle increspature dei tessuti lavati, dal pied-de-poule agli schemi tono su tono, alle impeccabili ed ampie volute melange, dalla seta arrabbiata, aggrappata in cuciture stondate alla lana più tesa.

Daniela Gregis FW 2021-2022

Daniela Gregis FW 2021-2022

Daniela Gregis FW 2021-2022

Daniela Gregis FW 2021-2022

Daniela Gregis FW 2021-2022

 

Daniela Gregis FW 2021-2022

Un’esposizione che esordisce un po’ per volta, perché il fare è lento e laborioso, e la stagione, come sappiamo, la più lunga…(molto deve ancora arrivare!)

Daniela Gregis Full Fashion Show FW 2021-2022

 

 

 

 

 

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Shu Moriyama coat

Abbiamo già avuto occasione di presentare Shu Moriyama in passato e, di sicuro, chi in questi anni abbia frequentato il negozio di Padova ha potuto scoprirne il lavoro, la sapienza tessile e stilistica, maturate tra gli eccellenti laboratori di Yohji Yamamoto, di cui fu collaboratore prima di emanciparsi con una linea che, ormai da tempo, porta il suo nome.

Shu Moriyama and wife

 

Generoso partecipante di questa cordata di transizione per il nostro percorso professionale, Shu ci raggiunge con le suggestioni della sua primavera/estate 2021.

 

Con un approccio tipicamente nipponico, l’orizzonte da cui trae ispirazione è lontano dai condizionamenti della moda di stampo occidentale, focalizzata su input più commerciali e vincolata a tendenze stagionali di veloce obsolescenza. Lo sguardo di Shu si mescola alle fronde degli alberi, ai loro fiori e frutti, in un esercizio di astrazione che si concretizza nelle increspature del suo comodo froissé, punteggiato di pois simili a petali, a volte tono su tono, altre più vistosi.

Shu-Moriyama-inspiration

Shu Moriyama drawing

I grandi spazi della Normandia, sua terra di adozione, sono lo sfondo entro cui prendono forma capi dal sapore discreto, concepiti con un’eleganza sottotraccia, più per mettere a proprio agio che per sorprendere in modo eclatante. La poetica non è mai ostentata, si delinea con toni pacati nelle sfumature del tessuto, nell’accoglienza di certi colli sciallati, nelle maniche scese solitamente più asciutte al fondo, nella possibilità di rovesciare molti capispalla dal sopra al sotto, modificandone l’aspetto finale.

Shu Moriyama tree inspiration pleats

Shu Moriyama pleats dress Spring Summer 2021

Abiti, giacche, soprabiti, così come gonne e pantaloni, sono tutti ideati secondo canoni di comfort e praticità, sia nell’elasticità di un poliestere che conserva la propria stropicciatura nel corso del tempo e garantisce ottime prestazioni di vestibilità, sia, più banalmente, nella sua facilissima manutenzione, lavandosi in lavatrice e non dovendo essere poi stirato.

Shu Moriyama IVO MILAN outfitShu Moriyama Spring Summer 2021 pleats jacket IVO MILAN

Un’alternativa, meno esplicita e riconoscibile, al ben più noto plissé della Maison Issey Miyake, dal carattere riservato e mite, quello di Shu Moriyama, un artigiano-visionario agli estremi più liminali della Francia e della moda.

Shu Moriyama Spring Summer 2021 pleats jacket IVO MILAN

Vi invitiamo a scoprirne la collezione sul nostro sito…

 

Si ringrazia Shu Moriyama per i disegni e il materiale fotografico messi a disposizione e grazie a Sari per lo shooting!


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Renli-Su-fw-2018-'19-particular

Già ospite costante al Dover Street Market di Londra, nonostante la giovane età, Renli Su ci svela una Cina inedita rispetto ad ogni nostro luogo comune sulle produzioni low cost, usa e getta di certo abbigliamento cinese.

Figlia di una globalizzazione che accorcia le distanze spazio-temporali, la designer di Fujian, si forma all’Accademia Centrale di Belle Arti di Pechino e prosegue i propri studi al London College of Fashion di Londra. Appassionata di storia e legata ai paesaggi placidi e marittimi del proprio paese d’origine, in un originale e personalissimo sincretismo culturale, Renli Su tesse le proprie collezioni tenendo strette le fila di sollecitazioni locali e scoperte intorno alla storia del costume, effettuate nel corso degli studi in Gran Bretagna.

In particolare, è l’Inghilterra vittoriana ad affascinare la designer, quanto forme e tessuti possano rivelare della vita sociale del XIX e inizi XX secolo. Le stoffe rinvenute nelle fiere e nei mercati vintage della metropoli europea, le permettono di coltivare, col tipico sguardo accademico di chi è affamato di reperti tessili – meno accessibili in Cina dopo la Rivoluzione culturale – una cura per i dettagli visivi, appropriandosene nella realizzazione dei suoi capi.

Ogni collezione segue ed approfondisce un tema storico, per l’autunno/inverno 2018-2019 attinge quindi alla vicenda straordinaria della botanica francese Jeanne Baret, nata nel 1740 e considerata la prima donna a circumnavigare il mondo. L’insaziabile curiosità e la brama di avventura di Jeanne la condussero in un viaggio quasi impossibile: travestita da uomo si imbarcò sulla nave del principe Louis Antoine de Bouganville, restando molti anni in mare e visitando i luoghi più remoti. Durante i suoi viaggi scoprì, raccolse e catalogò centinaia di specie di piante, tra le quali la più famosa è la bouganville, così chiamata in onore dell’esploratore capo della spedizione.

Ci sarebbe da chiedersi dove sia la connessione tra la ricercatrice francese e il lavoro della designer cinese, ed è la stessa Renli Su a spiegarcelo:

”Mentre Jeanne Baret rappresentava due modi diversi di osservare il mondo naturale, combinando la conoscenza folklorica femminile dell’erboristeria con la scienza botanica fino ad allora dominata dagli uomini, io cerco un equilibrio tra silhouette femminili e maschili, fondendo elementi di epoca vittoriana e motivi floreali con le tenute da marinaio ad una visione più contemporanea e attiva della donna”

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Ed eccone la traduzione, in un sensibile racconto tessile:

Tradizioni navali evocate dal bianco crema solcato da strisce blu e beige, talvolta con trattamenti ad effetto ‘laccato’ che enfatizzano il luccichio del sole e del sale; blu intensi e grigi sfumati suggeriscono le profondità degli oceani. Rami fioriti ricamati, come si fossero adagiati naturalmente sul cotone trapuntato e lievemente goffrato, replicano i minuziosi disegni della botanica avventurosa. E ancora, jacquard di cotone e lino lievitano come maniche da marinaio. Le trame di seta e lana sono offerte pensando a proteggere chi è esposto alle intemperie del viaggio. I dettagli vittoriani si incontrano nel ‘disossamento del corsetto’, con stringhe incrociate e pachtwork tessili che insieme portano elementi della cultura cinese, dalla carta cotone, alle familiari divise da lavoro rintracciabili in tagli e chiusure diagonali. Il cotone trapuntato e l’uso di pelliccia sintetica con fibre in caldissimo Yak, per giacche e cappotti reversibili, insistono sul rispetto delle esigenze termiche stagionali.

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Renli Su non fa mistero delle sue ispirazioni e aspirazioni che, come lei stessa scrive, emergono da un istinto, profondamente umano, di avventura e dal coraggio di seguirlo, indipendentemente dalla propria origine e cultura, in spazi, geografici o mentali, ancora ignoti e spesso antitetici.

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Come sempre, un’occasione per apprezzarne la scoperta, è accompagnarvi nello show-room di Parigi insieme a noi…

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Scopri la nuova collezione autunno/inverno 2018-’19

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Comme des Garçons-F/W-2018-'19-dress

Altre volte abbiamo osservato come, nelle collezioni di Rei Kawakubo in arte Comme des Garçons, possiamo ritrovare l’espressione tessile di concetti filosofici o percezioni sulla contemporaneità approfondite in forma d’abito.

Gli show teatrali che caratterizzano le presentazioni delle ultime stagioni, accompagnano gli spettatori all’interno di suggestioni intense, enfatizzate da luci, musiche e scenografie volte a potenziare la criptica proposta dell’intellettuale giapponese.

Per l’autunno/inverno 2018-2019 l’ispirazione giunge da un’opera di Susan Sontag, Notes on Camp, in cui l’autrice statunitense riflette intorno ad una sensibilità, definita appunto Camp e che potremmo sintetizzare nel seguente passaggio:

 

«Non è una sensibilità di tipo naturale, se di tali ne esistono. L’essenza del camp, infatti, consiste nell’amore per ciò che è innaturale: l’amore per l’artificiale e per l’esagerato […] Una sensibilità è quasi, ma non del tutto, indescrivibile. Ogni sensibilità che può essere racchiusa nella forma di un sistema, oppure maneggiata con i grezzi mezzi della prova, non è più una sensibilità. Si è concretizzata in un’idea.»

Fonte: Wikipedia

 

Il tema, raccolto da Rei Kawakubo, viene allestito nelle iper e sovradimensionate strutture multicolor create esclusivamente per il defilé, nelle sonorità felliniane di Nino Rota, nella penombra riservata alle buffe, eccessive ed oniriche figure in passerella.

La successiva traduzione in show-room, rivela capi di ben più ragionevole portabilità, seppure densamente abitati da quell’aura poetica originaria. La presenza del velluto, di frequenti rouche floreali, di stratificazioni composte su tessuti strappati in contrasto di colore avvicinano infatti la collezione ad atmosfere veneziane, evocando un diciottesimo secolo sfarzoso ed evoluto, dedito ad una vita sociale intensa, arricchita di occasioni ed eventi culturali. L’anima della designer avvolge così in acrobazie tessili le silhouette curiose, esteticamente vulnerabili, di menti femminili ancora disponibili ad accogliere stupore e valore immaginifico nel tran tran di ogni giorno, facendolo decisamente più speciale!

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Come sempre, un’occasione per apprezzarne la scoperta, è accompagnarvi nello show-room di Parigi insieme a noi…

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Scopri la nuova collezione autunno/inverno 2018-’19:

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