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Un avveniristico sviluppo dell’etica del Miyake Design Studio dirige la filosofia del brand giapponese, ora alla sua nona stagione – decima, se si considera la presentazione già avvenuta a Parigi per il prossimo autunno/inverno.

Yusuke Takahashi, fondatore e designer di CFCL, classe 1985, laureato alla Bunka Fashion Graduate University di Tokyo, entra a far parte dell’esclusivo team creativo della Maison Miyake nel 2010 e dal 2013 ne diviene protagonista firmando la linea ISSEY MIYAKE Men.

Un patrimonio per la prestigiosa azienda giapponese, al tempo, seguita in prima persona dallo stesso Issey Miyake, lungimirante precettore di talenti da aggregare e incoraggiare, per garantire continuità alla realtà che ancora oggi porta il suo nome.

Nel 2020, probabilmente fiutando il cambio di direzione verso un business più radicale e sicuro della Maison Miyake, e con la ricca dotazione di esperienze acquisite, Takahashi si emancipa, uscendo con un proprio brand, CFCL. Un sincretismo, ancora una volta di promettente tradizione nipponica tra esperienze e culture, con un passo evoluto sulle trasformazioni globali.


Dove va l’abbigliamento, una delle industrie più inquinanti al mondo?

Cosa offrire, dopo le esperienze traumatizzanti della pandemia, che hanno reso più fragile l’equilibrio tra comfort e vita sociale?

Come rispondere ai contesti artistici e culturali, che ancora reclamano una differenziazione espressiva nelle due dimensioni, quotidiana e professionale?

Cosa possono offrire le nuove tecnologie e le reti sociali?

Domande che, connesse alla propria epoca, hanno motivato lo stesso Issey Miyake.

Nasce così CFCL, cercando di dare risposte e spessore a temi cruciali, quali il rispetto ambientale, la trasversalità di utilizzo, di silhouette, di contesti.

Takahashi mette in campo i propri studi avanzati sulla progettazione al computer della maglieria e così la possibilità di azzerare gli scarti tessili.

La scelta di una produzione in maglia anticipatamente ideata a pc permette infatti, nella sua elasticità, di offrire uno sviluppo taglie soprattutto in lunghezza e contenere al minimo le rimanenze.

Connette reti di recupero di materiali residuali come il poliestere, riciclandoli, rifilandoli e ritingendoli secondo filiere sostenibili, tracciabili fino all’origine della loro provenienza, tingendoli secondo le più antiche tecniche giapponesi (dall’ikat, allo shibori, ecc.).


Cerca forme adattabili ai contesti domestici e sociali.

Una realtà, CFCL, che pone al proprio centro lo stare nel mondo, con rispetto, comfort, creatività e senso comune, senza dare particolare peso alle estrose immagini da designer chiuso nel proprio piccolo mondo ideativo.

Non sono casuali le grandi collaborazioni con artisti contemporanei, dalla musica alla danza, dagli interior designers, agli architetti. Un sostegno internazionale, per un concreto progetto globale.


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Abbiamo già avuto occasione di presentare il lavoro di una delle nostre più recenti new entryMelitta Baumeister, ma è con grande soddisfazione che vogliamo condividere il prestigioso riconoscimento appena ottenuto come vincitrice dell’edizione 2025 del National Design Award del Cooper Hewitt Smithsonian Design Museum di New York.

La più importante istituzione degli Stati Uniti, dedicata esclusivamente al design storico e contemporaneo, custode di una delle collezioni più articolate al mondo, con oltre 215.000 oggetti che coprono 30 secoli di storia, nel 2000, insieme al Millennium Council della Casa Bianca, ha inaugurato la rassegna per sottolineare l’impatto del design sulla vita quotidiana e sul nostro eco-sistema. I premi, diversificati per disciplina (moda, interni, architettura, comunicazione, ecc.), omaggiano l’innovazione e quei progetti potenzialmente capaci di generare trasformazioni nel mondo sociale e naturale.

E quale connessione col lavoro di Melitta?

Come lei stessa sostiene:

Nel nostro studio, creiamo capi di abbigliamento che saranno indossati e diventeranno parte della vita di qualcuno. Attireranno l’attenzione e susciteranno conversazioni e, talvolta, sfideranno le percezioni, incoraggiando nuovi modi di vedere il mondo”

Dopo il successo dell’edizione 2023 al CFDA/Vogue Fashion Fund, la designer, di origini tedesche, si conferma ancora una volta promessa brillante nel panorama della moda internazionale. Non solo la sua produzione manifesta un’estetica decisa, dove i volumi e le silhouette si fanno occasioni scultoree, spiazzanti, talvolta umoristiche e giocose, ma è anche fortemente radicata in quell’etica dello slow-fashion che prevede un ricco repertorio di capi continuativi e filiere corte a basso impatto ambientale.

Quindi, perché non andare a conoscere un po’ delle sue opere, compatibili con le stagioni intermedie, sempre dal forte sapore trasformativo e senza tempo?

 

Abito ‘sculpture’ longuette in plissé di poliestere tinto a mano con effetto cangiante, girocollo con profilo in contrasto di colore, manica corta stondata con fascia circolare rigida al fondo, fondo circolare con base interna più rigida

Abito ‘sculpture’, lungo e asciutto, in jersey con texture a corteccia di poliestere riciclato e poliestere, collo a lupetto con bottoncini, manica lunga, fondo con fascia imbottita a onde circolari

Abito ‘bomber’ longuette, ampio, in taffetas di nylon pesante, girocollo con bottoncino sul retro, senza maniche, grande tasca imbottita applicata da un lato con fascia a maglieria, fondo a giacca bomber over con fascia a maglieria ai lati e più lungo sul retro

Caban over in tela di nylon waterproof, un petto, collo a cratere, chiusura con zip con doppio cursore, taglio verticale con apertura sul retro delle maniche per essere indossato a mantella, due tasche a filo e due con zip in contrasto di colore sul davanti e due tasche applicate al fondo sul retro, coulisse sul fondo manica e al fondo del capo

Abito ‘sculpture’, longuette, in plissé di poliestere a pieghe verticali sul busto e orizzontali sulla gonna con stampa tattoo a serpenti, girocollo, senza maniche, gonna ampia e astrattamente lontana dal corpo con motivo a cerchio ondulato sul giro-vita

Per scoprire le collezioni: Melitta Baumeister – Ivo Milan Radical Fashion


 

 

 

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Dopo ben 24 anni trascorsi nello spazio di via Santa Lucia, la storia di IVO MILAN riparte in Via Altinate, al civico 149, lungo il proseguo della stessa antica via romana, Annia Popilia, affacciandosi sulla meravigliosa chiesa romanica di Santa Sofia e a fianco di Palazzo Pesaro (oggi Pizzo), residenza del giovane Mozart nel 1770, durante la sua visita padovana. Ma non solo, vicinissima alla Chiesa barocca di San Gaetano e all’ormai noto complesso museale che le sorge accanto.

Ogni giorno il negozio si completa di nuovi dettagli, diventando sempre più confortevole e svelando la sua innata bellezza grazie al caldo legno dei soffitti del piano terra, al muro a vista tutto irregolare del corridoio, alla pietra di Creta del pavimento della seconda sala  e alle volte altomedievali del piano inferiore.

Tornato pienamente operativo nella vivace atmosfera di residenti, affollata di giovani studenti alle prese coi difficili esami delle facoltà di ingegneria, statistica, fisica e matematica, il polo tecnico dell’Università padovana. Facendo la spesa, bevendo il caffé si è immersi nella tipica routine universitaria, in cui ogni operatore, dal barista al panettiere è parte di quel mondo, chiamando per nome i ragazzi, conoscendo la fama dei docenti, partecipando all’esito delle prove: superate o da ritentare? Volti complici e impegnati, spesso festosi, nonostante l’inevitabile ansia da esami.

Una vita nuova, animata da un via via di persone profondamente legate allo storico borgo di Altinate.

Nell’accoglienza del vicinato, insieme a qualche scorcio del nuovo spazio, torniamo quindi con i nostri Mix and Match, interpretati da Sari e Ginevra. Il set fotografico è ancora da montare e il ritmo senza sosta degli allestimenti da finire, così come l’intensità degli ultimi due mesi di trasferimento, ci hanno fatto propendere per mostrarci un po’, agli esordi di questa stagione estiva, sotto ancora gli effetti del titanico trasloco affrontato.

Ginevra indossa la giacca al fianco, sfiancata, in georgette stretch di seta e elastan di colore oro sfumato di RUNDHOLZ DIP, la canottiera lunga e asciutta in jersey leggero e stampato sui toni del blu sempre di RUNDHOLZ, il pantalone corto e ampio in gessato di canapa, cotone e metallo di MARC LE BIHAN e come scarpe il sandalo ‘a frate’ in pelle, legno e eva espansa dell’azienda RAWCLAYS. Come accessorio porta la borsa in pelle di vitello e di mucca sui toni del verde di NUMERO 10.

Sari invece indossa il top al fianco in twill tinto a freddo di viscosa e cotone sui toni dell’aubergine di ZIGGY CHEN insieme al pantalone 5 tasche in denim lavato e fiammato di ramié e lino di FORME D’EXPRESSION e come scarpe i sabot HALF in pelle martellata di vacchetta a pianella della TRIPPEN. Come accesorio porta la borsa a rettangolo verticale in pelle liscia di vacchetta sui toni dell’aubergine sempre di ZIGGY CHEN.

Tutta la nuova collezione è attualmente scontata al 20% per i saldi di mezza stagione.

Vi ricordiamo che il negozio ha cambiato orari, ci potete trovare dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.

 

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Quante volte in negozio un’avventrice occasionale e distratta ha esordito con questa esclamazione: ”ah, sì Issey Miyake, quello dei profumi!”

Un’espressione che, in tutta la sua ingenua purezza, rivelava l’eclatante distanza tra il nostro lavoro di promotori e divulgatori della cosiddetta scuola giapponese e il pubblico effettivamente raggiunto in città. Magari accadeva pure in simultanea con una delle tante vetrine focalizzate proprio su un capo avveniristico di Issey Miyake. Ogni volta, una sonora conferma del lungo cammino ancora da fare e la frustrazione cocente di essere incompresi. Senza voler innescare una competizione tra il mondo dei profumi e quello degli abiti, anche chi non sia del mestiere sa infatti quanto la sua storia appartenesse al secondo, con il profumo a tipico gadget degli stilisti più affermati.

Eppure non a Padova.

Portare Issey Miyake in città, 24 anni fa, quando il brand ancora non aveva una fama generalizzata (il profumo ancora non esisteva), non faceva status, ma circolava solo all’interno di evolute nicchie globali, significò un’importante accelerata verso la complessità ed un indiscutibile riconoscimento al negozio. Innanzitutto, per poterlo presentare, lo spazio doveva avere i ‘requisiti’ estetici compatibili con la severa filosofia della Maison, la cui preoccupazione del tempo, più che alle vendite e alla diffusione del marchio, era rivolta alla difesa del suo prestigio culturale. Lo staff dello show-room parigino, venne personalmente ad accertarsi e a dare quindi il via libera, nel 1998 che la collaborazione tra Ivo Milan e l’azienda potesse avere inizio.

E fu subito un grande amore e una lunga avventura, una sfida sul filo della tensione creativa più accesa, interrotta solo dalla chiusura del negozio nel 2020 (allora non potevamo immaginare di poter riaprire) e dall’inevitabile avanzata di altri competitor locali…

Inutile dilungarci nell’ennesima narrazione intorno all’opera di Issey Miyake, ne hanno scritto e ne stanno scrivendo penne ben più esperte di noi. Nel nostro piccolo, abbiamo avuto più occasioni per presentarlo nelle sue diverse linee (Pleats Please, BaoBao, Fête, A-Poc, 132. 5, Cauliflower) e quelle satellite del gruppo (Haat, A-net con Final Home, Plantation e Zucca). Avendo lavorato per tanto tempo con tutte, concentrati in particolare su quella che porta il suo nome, offrendola nelle sue espressioni più ardite, libere e gioiose, crediamo che porgere una testimonianza di questa propulsiva collaborazione sia il minimo che possiamo fare alle tante persone che, spontaneamente, in questi giorni, ci hanno contattato per ringraziare di avere avuto l’opportunità di essere così vicine al migliore Issey Miyake.

Una carrellata di foto delle nostre vetrine, video (sul nostro canale youtube ne troverete moltissimi), di questa lunga storia insieme, con tutta la gratitudine verso la poesia che ha portato al nostro lavoro…grazie!

 

 


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Mentre l’estate insiste nelle sue manifestazioni più torride, vagheggiando mete vacanziere, di ritmi e località rigeneranti, torniamo insieme a Sari con qualche scatto all’aperto.

Un’occasione per osservare, da altre prospettive, luci e combinazioni, le proposte di un catalogo ormai prossimo ad accogliere le prime consegne autunnali…Let’s go!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Grazie a GART per gli spazi e a Andrea Rossi per le foto

Accessori di: Shoto (borse e calzature), Zilla (borse), Chisaki (cappelli).

Abiti di: Marc Le Bihan, Album di Famiglia, Daniela Gregis, Junya Watanabe, Forme d’Expression, Shu Moriyama, Maria Calderara

 

 

 

 

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