Una vetrina, una dimensione estetica…
Sono molti anni che si lavora concependo la vetrina del negozio come il palcoscenico naturale delle collezioni che, di stagione in stagione, si avvicendano al suo interno. Una sorta di spazio metafisico per mostrare e incorniciare la spettacolarità di certi capi, ma soprattutto l’interpretazione che di questi noi ne facciamo. Niente e nessuno ci assicura che il sentimento e la sintesi che proponiamo siano corretti in termini assoluti, d’altronde, gli stessi protagonisti spesso tralasciano o si rifiutano di concedere spiegazioni rispetto ai possibili significati delle proprie collezioni.
Quindi sì, è del tutto arbitraria la composizione che settimanalmente impegna il quadro centrale del negozio, ma anche le più discrete vetrinette laterali o i busti interni!
Un’immagine complessiva che tuttavia attinge da una lezione estetica ben precisa, quella fornita dall’intraducibile e indefinibile concetto di bellezza wabi-sabi, e che, la cosiddetta scuola giapponese, nelle sue differenti espressioni, ha saputo divulgare e proporre sotto forma di abiti. Semplificando molto, potremmo dire che wabi-sabi è l’opposto di tutto ciò che, in termini estetici, potremmo collocare all’interno della categoria ‘lusso’. Il lusso luccica, ostenta e sa di nuovo, di artificiale; è riproducibile e disponibile all’imitazione su ampia scala; definisce un messaggio univoco ed esplicito. La bellezza wabi-sabi rimane aperta, in ogni accezione: al tempo che passa, con le sue alterazioni, alle interpretazioni e contaminazioni; rende impervia, se non impossibile, la replica. Con le parole di Leonard Koren:
È la bellezza delle cose imperfette,
temporanee e incompiute.
È la bellezza delle cose umili e modeste.
È la bellezza delle cose insolite
Yohji Yamamoto, abito con lungo strascico in gabardine di cotone organico, linea svasata, scollo con spacco e punte in alto, plastron, taglio orizzontale sul dietro, fondo a strati, finiture a taglio vivo
Katrien Van Hecke, abito in crêpe di seta tinta a mano con aerografo e colori naturali derivati da erbe e spezie, chiusura con zip sul dietro, linea leggermente ad A, lunghezza al ginocchio
Vlas Blomme, giacca reversibile in lino e seta lucido con rovescio in lino mélange, lavata in capo, collo con rever, allacciatura con bottoni, taschino a filetto sul petto, tasche con pattina, maniche lunghe con spacco al fondo, piccolo spacco dietro
Katrien Van Hecke, bomber jacket in crêpe di seta tinta a mano con aerografo e colori naturali derivati da erbe e spezie, chiusura con zip, collo e fondo in maglia a costina di canapa e cotone, tasche inclinate con filetto, fodera in seta
Rick Owens, top lungo in jersey di viscosa e seta con drappeggio su un lato davanti, linea diritta e morbida, scollo a v arrotondato, spalla scesa, maniche corte, fondo asimmetrico sul davanti
Trippen, ballerina in pelle a concia vegetale trattata con cera, ripiegata sulla tomaia anteriore, suola a due gusci in gomma
Cauliflower-Issey Miyake, top stretch in plissé a nido d’ape stampato a mosaico colorato, scollo rotondo, spalla scesa
Deux Dans Umi, abito asimmetrico in jersey di poliestere e viscosa, caratterizzato da tagli curvi irregolari con effetto bombato e drappeggiato, scollo asimmetrico, taglio inclinato sul davanti, senza maniche, finiture a taglio vivo, più corto sul dietro
Vlas Blomme, cardigan corto in maglia leggera di lino mélange con disegno a righe barré sul dietro, linea ampia, collo a scialle, spalla scesa, maniche lunghe, senza bottoni, può essere indossato sopra sotto con effetto più lungo
Bao Bao-Issey Miyake, tote bag in materiale flessibile a triangoli lucidi in PVC multicolor, manici neri regolabili, tasca interna con zip; l 34cm, h 34cm, manici: 38cm
Fotografie di Sari Milan
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