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Architettura

Studi in architettura e una specializzazione in gemmologia. Una formazione, dal macro al micro, all’interno della quale Simona Tagliaferri coltiva la propria passione per gli accessori e, più in generale, per le strutture della materia. Un percorso che, dopo anni di collaborazioni con importanti marchi internazionali, conduce i pezzi che ora portano il suo nome, in giro per diverse gallerie di arte contemporanea, fino al prestigioso MoMa di New York.

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Pants Pleats Please
Il titolo scelto per la collezione invernale di Pleats Please è un dichiarato omaggio all’opera del più illustre architetto messicano, Luis Barragàn.

Astratte geometrie e vivaci disegni multicolori di borse, pantaloni, abiti e maglie richiamano fortemente quel Messico rigoglioso e surreale, interpretato dalle architetture del maestro jalischiano. Le estese superfici murarie tinteggiate con tonalità sgargianti, spesso percorse da inattese fessurazioni da cui si intravedono fontane d’acqua cristallina, vengono riprese dal plissé più famoso di Issey Miyake.

Lo stilista non ha mai rinunciato a disegnare Pleats Please in prima persona, linea da sempre soggetta alle sue più gioiose fantasie. Ogni stagione, viene sviluppata seguendo un tema-guida. Se in passato le più rappresentative opere pittoriche del Rinascimento italiano hanno avvolto intere silhouette sotto forma di abiti o t-shirt, ora l’ispirazione è dichiaratamente il Messico di Barragàn.

Il rosa intenso delle floride bouganville tropicali, il giallo oro della terra e delle sgargianti abitazioni locali, o il blu nitido del cielo terso, e l’azzurro frizzante di acque limpide, si stemperano sui volumi di indumenti ed accessori ad alta tecnologia tessile.

Ogni capo viene infatti tagliato e cucito inizialmente su tessuto piano, solo in seguito, grazie alle avanzatissime tecniche brevettate dalla nota Maison giapponese, subisce il trattamento di plissettatura. Oltre a permettere un’estrema plasticità volumetrica, questo eccezionale plissé si mantiene integro nel tempo, con la pratica possibilità di essere lavato in lavatrice e trasportato ovunque, perché indeformabile.

Detail Dress Pleats Please

Prodotto poetico, intramontabile, Pleats Please dà il meglio di sé miscelato con altri fornitori, completandoli con sorprendente armonia.

Di seguito, una serie di proposte, dal negozio Ivo Milan…indossate da Sari ed Elena.

Primo outfit: cappello Nafi; soprabito ‘musk green’ Volga Volga; sciarpa ‘olive’ Volga Volga; t-shirt ‘blue pink’ Cauliflower; gonna ‘cornflower’ Pleats Please e stivale ‘black’ Trippen

Outfit Nafi-Volga Volga-Cauliflower-Pleats Please-Trippen

Hat Nafi-scarf and cardigan Volga Volga-t-shirt Cauliflower-skirt Pleats Please-boot Trippen

Secondo outfit: gilet ‘orange’, imbottito, con cappuccio Pleats Please; soprabito ‘musk green’ Volga Volga; t-shirt ‘blue pink’ Cauliflower; gonna ‘cornflower’ Pleats Please e stivale ‘black’ Trippen

Outfit Pleats Please- Volga Volga-Cauliflower-Trippen

Terzo outfit: cappello ‘beige’ Scha; maglia ‘blu’, asimmetrica Oyuna; pantalone ‘beige’ Pleats Please; anfibio ‘nero/bianco’ Marsèll “goccia”

Sweater Oyuna-pants Pleats Please-hat Scha-shoes Marsèll Goccia

Quarto outfit: maglia ‘light grey’ Cosmic Wonder; pantalone ‘beige’ Pleats Please; anfibio ‘bianco/nero’ Marsèll “goccia”

Outfit Cosmic Wonder-Pleats Please-Marsèll goccia

Sweater Cosmic Wonder-pants Pleats Please-soes Marsèll Goccia

Quinto outfit: berretto ‘nero’ Nafi; cardigan ‘cornflower’ e sciarpa ‘black/nut’ Daniela Gregis; pantalone ‘beige’ Pleats Please; anfibio ‘bianco/nero’ Marsèll “goccia”

Outfit Daniela Gregis-Nafi-Pleats Please-Marsèll Goccia

 

Sesto outfit: basco ‘burgundy’ Scha; blouson ‘black’ Sacai; pantalone ‘chestnut’ Pleats Please; anfibio ‘burgundy’ Trippen

Outfit Scha-Sacai-Pleats Please-Trippen

Hat Scha-Jacket Sacai-pants Pleats Please-shoes Trippen

Settimo outfit: cappello ‘navy’ Scha; giacca ‘indigo’ Junya Watanabe; sciarpa ‘green’ Cauliflower; pantalone multicolor Pleats Please; scarponcino ‘blue’ Trippen

Outfit Scha-Junya Watanabe-Cauliflower-Trippen

 

Dallo show-room di Parigi, il video dell’ordine Ivo Milan per l’autunno/inverno 2011-2012



 






 




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Venerdì 30 settembre, al 54 di rue du Faubourg St. Honoré, sarà inaugurato il nuovo concept store di Rei Kawakubo. Può essere interessante leggere direttamente il Comme des Garçons Journal, per comprendere la filosofia alla base del Trading Museum:

Possono esserci musei di vario tipo ed essere fondati per molti scopi: ricreativi, didattici, educativi, turistici e anche per orgoglio civico.

Il commercio, in una forma o in un’altra, esiste probabilmente da circa 150.000 anni. L’ambiente del commercio è lo spazio dove avvengono gli incontri più significativi dell’umanità, dove i tipi più diversi di persone si riuniscono, casualmente e deliberatamente.

Trading Museum Comme des Garcons è un luogo in cui queste due espressioni umane si fondono insieme.

Ci auguriamo di creare una dimensione in cui c’è una ragione e una storia dietro ad ogni bene che recuperiamo, mostriamo, visualizziamo e/o vendiamo.

Sarà un luogo, dove lo shopping non è l’unico obiettivo. Sarà un negozio in cui verrà incoraggiato anche il “solo guardare”, o semplicemente il farsi ispirare potrà essere il punto d’arrivo.

Uno spazio di vendita al dettaglio, al di là delle tendenze e della moda stagionale, dove le barriere tra museo e negozio iniziano a vacillare.

Per l’occasione il Trading Museum, presenterà “Simulacrum and Hyperbole” series 2, l’installazione multimediale di Katerina Jebb, fotografa di fama mondiale, nota per le sue collaborazioni con diversi personaggi dello star system internazionale e per la particolare lettura sulla cosiddetta “società dello spettacolo” e l’estetica di massa.

Durante l’inaugurazione verrà anche celebrato il lancio del nuovo profumo di Comme des Garçons. L’essenza, racchiusa in una paradossale bottiglia di scarto, rappresenta un metaforico invito a riconsiderare i molti oggetti che abitualmente squalifichiamo.

 


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A continua riprova di quanto labili siano i confini tra arte e moda all’interno della cosiddetta scuola giapponese, segnaliamo la curiosa installazione realizzata per la boutique di Issey Miyake a Tokyo, dall’architetto Yoichi Yamamoto.

Una carrellata di sedie azzurre, su cui stanno appesi e appoggiati i colorati cappelli del più illustre modista nipponico, Akio Hirata.


La naturale collocazione dei copricapi cela, in realtà, un artificiale ed illusorio effetto ottico, giocato su un’ingegnosa combinazione di elementi tridimensionali, gli schienali, e bidimensionali, le gambe delle allegre seggiole azzurre.


Se si osserva la vetrina da una certa angolazione, l’apparente semplicità dell’allestimento riesce ad ingannare l’ingenuità dello sguardo. Solo spostando il punto d’osservazione, con grande sorpresa per il passante distratto, il complesso trompe l’oeil viene risolto.

Un’ulteriore testimonianza dell’imprescindibile valore aggiunto apportato da competenze che si compenetrano a vicenda, ma anche, dal considerare la facciata di un negozio non come effimera bacheca di capi in vendita, bensì, come spazio privilegiato su cui allestire astratti esercizi del pensiero, da condividere, responsabilmente, con un pubblico in movimento.


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