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Daniela Gregis FW 2021-2022

”Ma è tutto finito a mano!”

Esordisce con ammirato stupore una delle più capaci sarte cittadine, carezzando con sapiente attenzione l’interminabile ampiezza di un orlo da accorciare, punto terminale di un cappotto dal cachemire di una tale morbidezza al tatto, da rapire completamente la sua esperta sensibilità.

Laconicamente, con un certo orgoglio (Marta è ormai abituata alle nostre ‘cose mai viste’), le rispondo: ”Eh sì, è un capo di Daniela Gregis, lei lavora solo così!”

In effetti, penso, non sono state molte le occasioni in cui un capo della designer di Bergamo è arrivato in sartoria. Talmente confortevoli le vestibilità e proporzioni, da non richiedere mai adattamenti e, piuttosto di rinunciare anche ad un solo cm. dei suoi preziosissimi tessuti, si tende a sfruttare la funzionalità delle asole laterali per infilare un lembo e sistemare la lunghezza con improvvisata creatività.

Ma quel cappotto, in una tonalità ghiaccio melange, non poteva rovinarsi calpestato su e giù per i ponti veneziani, nelle corse mattutine, buttato in spalla nella routine lavorativa della sua fortunata fruitrice.

Perché i capi di Daniela Gregis hanno questo magnifico pregio: di farsi portare, anche nella loro preziosa composizione, dentro la vita di ogni giorno. Persino nella fretta o disattenzione più radicali, non generano imbarazzo, perché dritto e rovescio sono interscambiabili, così come il davanti e il retro o, nel caso dei capi-spalla, il sopra con il sotto. Non solo grazie ad una costruzione spesso concepita all’origine, con fantasie e tessuti che, doppiati e alternati, mutano aspetto a seconda di come li si metta, ma proprio per via di quelle finiture così attente e complete, da mantenersi in costante equilibrio ad ogni soluzione, anche la più distratta.

Daniela Gregis FW 2021-2022

Con un fare apparentemente giocoso, ben titolato nell’ultima collezione: ‘Tintinba‘ – suono onomatopeico, evocativo di strumenti fragili che, a contatto tra loro, si trasformano in melodie elementari e casuali – la dimensione ‘Gregis’ si dispiega in un’infinità di ipotesi e proposte cromatiche, tessili e formali, tutt’altro che abbozzate. Le armonie si compongono di un’intraducibile complicità tra ‘tema colore’ e la sua migliore traduzione materiale, che sia il velluto, il cachemire, la seta, il cotone, la garza, ecc. Ogni fibra viene investita di una responsabilità pittorica ed espressiva che si farà interprete di un sentimento stagionale dominante: il blu indefinito dei cieli invernali, i toni caldi dei castani di prepotenza, le note fredde di potenziali e auspicabili gelate stagionali.

Quel sapere si mostra nelle trame e negli orditi intrecciati di colori diversi, negli abbracci tra le indifferenti tensioni del velluto austero e le bonacce della garza di cachemire, nelle increspature dei tessuti lavati, dal pied-de-poule agli schemi tono su tono, alle impeccabili ed ampie volute melange, dalla seta arrabbiata, aggrappata in cuciture stondate alla lana più tesa.

Daniela Gregis FW 2021-2022

Daniela Gregis FW 2021-2022

Daniela Gregis FW 2021-2022

Daniela Gregis FW 2021-2022

Daniela Gregis FW 2021-2022

 

Daniela Gregis FW 2021-2022

Un’esposizione che esordisce un po’ per volta, perché il fare è lento e laborioso, e la stagione, come sappiamo, la più lunga…(molto deve ancora arrivare!)

Daniela Gregis Full Fashion Show FW 2021-2022

 

 

 

 

 

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Shu Moriyama coat

Abbiamo già avuto occasione di presentare Shu Moriyama in passato e, di sicuro, chi in questi anni abbia frequentato il negozio di Padova ha potuto scoprirne il lavoro, la sapienza tessile e stilistica, maturate tra gli eccellenti laboratori di Yohji Yamamoto, di cui fu collaboratore prima di emanciparsi con una linea che, ormai da tempo, porta il suo nome.

Shu Moriyama and wife

 

Generoso partecipante di questa cordata di transizione per il nostro percorso professionale, Shu ci raggiunge con le suggestioni della sua primavera/estate 2021.

 

Con un approccio tipicamente nipponico, l’orizzonte da cui trae ispirazione è lontano dai condizionamenti della moda di stampo occidentale, focalizzata su input più commerciali e vincolata a tendenze stagionali di veloce obsolescenza. Lo sguardo di Shu si mescola alle fronde degli alberi, ai loro fiori e frutti, in un esercizio di astrazione che si concretizza nelle increspature del suo comodo froissé, punteggiato di pois simili a petali, a volte tono su tono, altre più vistosi.

Shu-Moriyama-inspiration

Shu Moriyama drawing

I grandi spazi della Normandia, sua terra di adozione, sono lo sfondo entro cui prendono forma capi dal sapore discreto, concepiti con un’eleganza sottotraccia, più per mettere a proprio agio che per sorprendere in modo eclatante. La poetica non è mai ostentata, si delinea con toni pacati nelle sfumature del tessuto, nell’accoglienza di certi colli sciallati, nelle maniche scese solitamente più asciutte al fondo, nella possibilità di rovesciare molti capispalla dal sopra al sotto, modificandone l’aspetto finale.

Shu Moriyama tree inspiration pleats

Shu Moriyama pleats dress Spring Summer 2021

Abiti, giacche, soprabiti, così come gonne e pantaloni, sono tutti ideati secondo canoni di comfort e praticità, sia nell’elasticità di un poliestere che conserva la propria stropicciatura nel corso del tempo e garantisce ottime prestazioni di vestibilità, sia, più banalmente, nella sua facilissima manutenzione, lavandosi in lavatrice e non dovendo essere poi stirato.

Shu Moriyama IVO MILAN outfitShu Moriyama Spring Summer 2021 pleats jacket IVO MILAN

Un’alternativa, meno esplicita e riconoscibile, al ben più noto plissé della Maison Issey Miyake, dal carattere riservato e mite, quello di Shu Moriyama, un artigiano-visionario agli estremi più liminali della Francia e della moda.

Shu Moriyama Spring Summer 2021 pleats jacket IVO MILAN

Vi invitiamo a scoprirne la collezione sul nostro sito…

 

Si ringrazia Shu Moriyama per i disegni e il materiale fotografico messi a disposizione e grazie a Sari per lo shooting!


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Sacai
La quasi decennale collaborazione con Junya Watanabe e Rei Kawakubo, non ha impedito ad Abe Chitose, designer del giovane marchio Sacai, di prendere le distanze dagli illustri maestri e dar forma ad una personale ed autonoma interpretazione sulla moda ed il vestire.

Mentre la cosiddetta scuola giapponese è più propensa a trattare l’abito per il suo potenziale artistico, Chitose lo riporta alla sua funzione originaria, quella di accessorio che deve adeguarsi ed essere compatibile con le diverse esigenze del quotidiano. Questa prospettiva, assolutamente concreta e pratica, dà rilievo alla scansione temporale e spaziale della nostra vita sociale e si impegna a risolverne le varie circostanze. Per farlo, Chitose ricorre agli schemi formali classici degli abiti di uso comune, soprattutto occidentali, ma non rinuncia a sezionarli per poi ricomporli applicandovi quella sensibilità poetica acquisita nel proprio ambiente formativo.

Nell’originale sincretismo tra oriente ed occidente, si ritrovano abiti a tubino, trench, blazer ed anche un esplicito tributo a Chanel, celebrazione, al contempo, di una femminilità intramontabile, dall’eleganza innata.

Senza farsi imbrigliare dalla noiosa monotonia della regolarità, Sacai spezza il ritmo introducendo accorti espedienti che tradiscono sistematicamente quanto i nostri occhi si aspettavano: sovrapposizioni di tessuti appena abbozzate; sobri punti di congiunzione tra stampe e materiali differenti; inaspettate increspature o faldoni mimetizzati dall’apparente prevedibilità delle forme.

Nel delicato equilibrio tra ricerca e ripetizione, a prendere il sopravvento è un’impeccabile, raffinata ed essenziale silhouette femminile.

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