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   IVO MILAN – Radical Fashion Blog

Dopo ben 24 anni trascorsi nello spazio di via Santa Lucia, la storia di IVO MILAN riparte in Via Altinate, al civico 149, lungo il proseguo della stessa antica via romana, Annia Popilia, affacciandosi sulla meravigliosa chiesa romanica di Santa Sofia e a fianco di Palazzo Pesaro (oggi Pizzo), residenza del giovane Mozart nel 1770, durante la sua visita padovana. Ma non solo, vicinissima alla Chiesa barocca di San Gaetano e all’ormai noto complesso museale che le sorge accanto.

Ogni giorno il negozio si completa di nuovi dettagli, diventando sempre più confortevole e svelando la sua innata bellezza grazie al caldo legno dei soffitti del piano terra, al muro a vista tutto irregolare del corridoio, alla pietra di Creta del pavimento della seconda sala  e alle volte altomedievali del piano inferiore.

Tornato pienamente operativo nella vivace atmosfera di residenti, affollata di giovani studenti alle prese coi difficili esami delle facoltà di ingegneria, statistica, fisica e matematica, il polo tecnico dell’Università padovana. Facendo la spesa, bevendo il caffé si è immersi nella tipica routine universitaria, in cui ogni operatore, dal barista al panettiere è parte di quel mondo, chiamando per nome i ragazzi, conoscendo la fama dei docenti, partecipando all’esito delle prove: superate o da ritentare? Volti complici e impegnati, spesso festosi, nonostante l’inevitabile ansia da esami.

Una vita nuova, animata da un via via di persone profondamente legate allo storico borgo di Altinate.

Nell’accoglienza del vicinato, insieme a qualche scorcio del nuovo spazio, torniamo quindi con i nostri Mix and Match, interpretati da Sari e Ginevra. Il set fotografico è ancora da montare e il ritmo senza sosta degli allestimenti da finire, così come l’intensità degli ultimi due mesi di trasferimento, ci hanno fatto propendere per mostrarci un po’, agli esordi di questa stagione estiva, sotto ancora gli effetti del titanico trasloco affrontato.

Ginevra indossa la giacca al fianco, sfiancata, in georgette stretch di seta e elastan di colore oro sfumato di RUNDHOLZ DIP, la canottiera lunga e asciutta in jersey leggero e stampato sui toni del blu sempre di RUNDHOLZ, il pantalone corto e ampio in gessato di canapa, cotone e metallo di MARC LE BIHAN e come scarpe il sandalo ‘a frate’ in pelle, legno e eva espansa dell’azienda RAWCLAYS. Come accessorio porta la borsa in pelle di vitello e di mucca sui toni del verde di NUMERO 10.

Sari invece indossa il top al fianco in twill tinto a freddo di viscosa e cotone sui toni dell’aubergine di ZIGGY CHEN insieme al pantalone 5 tasche in denim lavato e fiammato di ramié e lino di FORME D’EXPRESSION e come scarpe i sabot HALF in pelle martellata di vacchetta a pianella della TRIPPEN. Come accesorio porta la borsa a rettangolo verticale in pelle liscia di vacchetta sui toni dell’aubergine sempre di ZIGGY CHEN.

Tutta la nuova collezione è attualmente scontata al 20% per i saldi di mezza stagione.

Vi ricordiamo che il negozio ha cambiato orari, ci potete trovare dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.

 

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Vincitrice dell’edizione 2023 del prestigioso CFDA/Vogue Fashion Fund – premio dedicato alle nuove generazioni del design, istituito per sostenere i talenti più promettenti della scena internazionale affinché, con le parole di Anne Wintour, possano essere visti e ascoltati – origini tedesche e un master alla Parsons University di New York, ormai sua città di elezione, Melitta Baumeister è la designer dell’omonimo brand fondato nel 2013 proprio nella Grande Mela, acclamato per un linguaggio già ben definito e identificabile, costantemente oscillante tra due mondi dialoganti: moda e scultura.

Laddove l’ispirazione prende forma da capi e materiali di ordinario utilizzo, senza eccessi formali e decorativi, Melitta ne depista la collocazione, spiazza, introducendo materiali che fungono da vere e proprie strutture plastiche che modificano lo spazio intorno al corpo di chi le indossa. Abiti, camicie e top, mutano la loro natura di elementi necessari ad una quotidianità metropolitana, vissuta secondo esigenze di comfort tipicamente giovanile e dinamico, di spostamenti in bicicletta e corse mattutine, in vere e proprie occasioni comunicative: la spugna si insinua nel rigore del cotone o del poliestere fornendo inedite geometrie tridimensionali e spostando l’asse consueto della prospettiva architettonica.

 

Onde, bolle irregolari e cerchi divengono elementi spaziali che decorano la silhouette connettendola all’etere, in un movimento che accompagna l’incedere modificandone la percezione, insinuando allegria, sorpresa e condizionando la postura stessa, grazie a forme dall’impatto visivo disorientante, autenticamente nuove.


Melitta sostiene filiere corte, tutto è prodotto a New York City, e i laboratori tessili vengono frequentati e seguiti di continuo in un ciclo produttivo aperto ad affrontare sfide, risolvere criticità. Alcuni articoli sono trattati come continuativi, divenendo vere e proprie icone del brand, secondo un’etica contraria all’obsolescenza tipica del settore.

Photo by Document Journal

 

Ma la designer rivela anche frequenti contaminazioni con le avanguardie artistiche e i simboli estetici della propria generazione, rintracciabili nelle stampe audaci di serpenti stilizzati, nei segni grafici in contrasto monocromatico o nei trompe l’oeil tinti a mano, decisamente pop.

Un’avventura creativa e artigianale, quella di Melitta Baumeister, già ampiamente accolta da gallerie d’arte e boutique indipendenti, destinata a sviluppi da osservare con curiosa e aperta attenzione.


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Altra new entry della stagione A/I 2023-’24: DAWEI. Marchio omonimo del giovane designer di base a Parigi, Dawei Sun, lanciato nel 2016, dopo una laurea alla Ècole de la Chambre Syndicale de La Couture, una formazione come collaboratore di Balenciaga, John Galliano, e dopo un’esperienza come direttore artistico della Maison Cacharel.

Tra i finalisti del prestigioso Andam Fashion Award (la più importante competizione di moda francese, fondata nel 1989 e vinta alla sua prima edizione da Martin Margiela), nel 2019 Dawei entra nel calendario ufficiale della Paris Fashion Week, sfilando in passerella.

Fortemente influenzato dalla couture francese e dai gesti arditi della scuola giapponese, Dawei ne offre una personale rilettura, contenendo le vette irraggiungibili dell’una e certe asperità più creative dell’altra. Il risultato è una sintesi composta di sperimentazioni tessili, in cui le fibre si mescolano, simulando tessuti tradizionali. Lo chevron, ad esempio, adattato a soluzioni decisamente più confortevoli, nonostante la possibilità di silhouette femminili, talvolta avvolgenti, come nei bustier. O il jersey di lana, condotto, grazie ad abili cuciture plastiche, a un’eleganza di non sua consueta pertinenza.

Linee, ampie e asciutte, lunghezze, più corte o più lunghe, tutte abilmente misurate e in costante equilibrio.

Le scelte decorative fungono da strutture dinamiche che, senza imporsi con eccessi forzosi, animano carattere e originalità.

L’ensemble complessivo ha una freschezza promettente, portabile e una femminilità, anche quando più esplicita, raffinata ed evoluta, di dimenticata memoria.



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Tutt’altro che estraneo al mondo del design, Ziggy Chen, pseudonimo di Chen Xiang, lancia la propria etichetta per la sola linea da uomo a Shanghai nel 2012, dopo aver occupato per anni la cattedra in design tessile ed esser stato a capo della Decoster Concept, marchio di avanguardia destinato al mercato locale cinese.

Il successo e l’attenzione internazionali gli permettono di esordire nel 2019 anche con la linea da donna.

Con un’abilità tipicamente orientale, Ziggy fonde tracce culturali del vastissimo patrimonio tradizionale della propria terra d’origine con le sollecitazioni e i ritmi del mondo occidentale. Un sincretismo che procede dall’importazione dei migliori tessuti europei e giapponesi, alla loro ricomposizione secondo antichissime tecniche manifatturiere locali e interpretazioni stilistiche continuamente influenzate dal mondo delle arti figurative, dei molti paesi visitati e di una particolare attenzione alla più semplice e operosa vita quotidiana.

Ziggy Chen mescola i diversi stimoli e saperi guidato da un’idea di confort e una predilezione accentuata per le fibre naturali: sete, cotoni, lane e cachemire. Una poetica che sa appropriarsi di asimmetrie e dettagli decorativi magistralmente armonizzati tra abilità sartoriale e sensibilità cromatica distillata dalle fibre di volta in volta selezionate.

Crediti:

Stylist: Sari Milan
Fotografia: Cezara Schiopu
Testo: Soili Milan

Collaborazioni: Centro Ottico – Gruppo GREEN VISION

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Eco-fashion-designer di origini italo-austriache, Agostina Zwilling è un’artista che indaga processi, scenari, metodologie e best practice nel design.

Con la tecnica del nuno-feltro crea opere che spaziano dall‘interior design (pareti in fibra, quadri, tappeti, arazzi ecc.), all’abbigliamento.

Forme e colori sono plasmati a mano, attraverso un lento processo che va dal massaggio tra seta, lana, cachemire, lino, canapa, faggio, ecc. alla scelta delle piante, fiori e radici che ne compongono le basi cromatiche.

Ogni capo è un’opera unica, impossibile uno sviluppo taglie effettivo, perché irripetibili ne diventano le finiture e la manipolazione genera ogni volta sfumature e dettagli inediti. Inconcepibile anche l’idea di opera definitivamente compiuta. Le fibre si muovono, si trasformano col tempo, in funzione dell’uso e della silhouette di chi le indossa. Il nuno-feltro è per sua natura dinamico e, nel lavoro della Zwilling, si presta ad una corrispondenza con il concetto di ‘opera aperta’, intesa come opera

la cui identità estetica, formale o materiale non è definita una volta per tutte, ma soggiace a fattori di variabilità che la rendono, entro limiti più o meno ampi, sempre diversi. (Cit. Umberto Eco)

Ma aperta anche nella sua possibilità di essere interpretata in modi che variano a seconda della sensibilità e delle emozioni di chi la incontra.

Quella della Zwilling, non è una semplice linea di abbigliamento, rappresenta una vera e propria filosofia di vita che aggrega e connette formazione, creatività, filiere sostenibili, sensibilizzazione etica ed estetica, secondo un’idea che il tessere sia un gesto che interseca reti umane e sociali col prodotto finale, senza interruzioni, come azione responsabile e circolare, in tensione armoniosa e consapevole entro un flusso che sa di arte, antropologia, ecologia, in generale di cultura e bellezza.

Sul sito ivomilan.com è possibile scoprire la collezione privata Zwilling per l’autunno/inverno 2023-’24.

 

Agostina Zwilling è la fondatrice dell’Italian Felt Academy. La scuola si trova a Verona. Per ulteriori informazioni e contatti, è possibile visitare il sito italianfeltacademy.it

 

Di seguito, un’immersione fotografica nei processi sperimentali che caratterizzano il lavoro della designer (il materiale è fornito dalla stessa Zwilling e i diritti sono riservati)


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