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Più vicine ad uno spettacolo teatrale, le sfilate di Comme des Garçons da tempo ormai sono divenute occasione per assistere alla messa in scena di una sorta di zeitgeist della moda in forma tessile. La rinuncia ad ogni funzione propositiva sulla stagione da parte della designer, lega infatti gli spettatori ad un’inedita tensione interpretativa, volta ad indovinare i possibili materiali che si incontreranno in show-room ma anche, questa la sfida di ognuno, il criptico messaggio trasportato da abiti strettamente scenografici, spesso in simbiosi con la colonna sonora. All’interno dell’ambasciata russa, il luogo di elezione per la primavera/estate 2018, non troveremo dunque qualche possibile soluzione da indossare, bensì il tema e lo spirito per entrare nella collezione, battezzata Multidimensional Graffiti.

Rei Kawakubo accosta arbitrariamente il XVI secolo, nelle riconoscibili opere di Arcimboldo e di Sesson Shuchei (artista più familiare alla cultura nipponica), con la contemporaneità delle illustrazioni in bianco e nero di Stefan Marx, del design grafico del gruppo eBoy, dei disegni manga di Makoto Tahashi, o ancora delle ‘faccine’ colorate di Serge Vollin. Una martellante colonna sonora, decisamente pop, tiene insieme le diverse esperienze artistiche, forse un invito a riconoscere il valore della culture giovanili o una più sottile parodia della confusione intorno al concetto di arte contemporanea?

Accompagnate dai molti interrogativi aperti dalla designer, in show-room finalmente scopriamo la traduzione in forma d’abito delle provocazioni alla Kawakubo.

Le opere pittoriche o grafiche occupano lo spazio intero di abiti e camicie, classici tessuti, come il principe di Galles divengono espedienti per calcare la mano su giochi tessili più sofisticati, fatti di maniche tagliate e cucite sul corpo. Le forme aiutano, nella loro donante portabilità, a trasformare le silhouette femminili in singolari supporti per condurre, nel quotidiano, elementi di storia dell’arte.

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Le nostre riprese video possono rappresentare un utile strumento per entrare con minore allarme nella dimensione più percorribile di Comme des Garçons e per conoscere anche il mondo meno ardito dell’altra linea cara alla Maison, la Comme des Garçons-Comme des Garçons.

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Scopri la nuova collezione primavera/estate 2018

 

 

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Mai come nel caso di Gustavo Lins è indovinata l’espressione ‘abiti come architetture per il corpo’.  Lo stilista, di origini brasiliane, nasce infatti come architetto e, solo dopo aver accolto la sfida lanciata da un suo docente universitario, decide di trasferire le competenze acquisite nella disciplina sulla forma tessile. Non è un caso che le sue creazioni replichino quell’armoniosa complessità geometrica, di chi possiede una chiara consapevolezza in materia di proporzioni e misure.

Nella sua evoluzione professionale Gustavo è oggi sempre più affascinato dal kimono, soprattutto per l’eleganza in cui costringe il portamento di chi lo indossa, ma anche per la libertà concessa nel suo potersi ‘sistemare’. Combinando la propria passione per la geometria alle qualità del capo tradizionale giapponese, il designer si concentra dunque su pezzi che non offrono uno sviluppo taglie, piuttosto si adattano e modificano la loro plasticità in funzione delle diverse silhouette.

Tuniche e abiti, o l’interessante giacca-camicia con parti in tessuto e parti in maglia, si prestano a utilizzi non univoci, possono essere portati lunghi o più corti, ampi o più asciutti, con semplici accorgimenti che di volta in volta ne trasformano equilibri e aspetto. Non adatto a chi cerca una compostezza risolta e asciutta, Gustavo si rivolge ad un pubblico più aperto e disponibile, accomodante verso linee indeterminate, meno definitive, in grado di rivelarsi in movimento e nella partecipe sperimentazione di chi li sceglie.

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Come sempre, un’occasione per apprezzarne la scoperta, è accompagnarvi nello show-room di Parigi insieme a noi…

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Scopri la nuova Collezione primavera/estate 2018 di Gustavo Lins

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Daniela Gregis

 

Mentre l’inverno insiste nel rapido procedere di febbraio, le nuove collezioni fanno percepire anticipazioni di primavera. Le prime consegne di Daniela Gregis, Issey Miyake, Pleats Please, Forme d’Expression, Casey Casey, Boboutic, ecc. accelerano infatti il calendario proiettandoci su temperature più miti, giornate più lunghe e colori più radiosi, stuzzicando un anelito di cambiamento, di radicale rinnovamento estetico ormai sopito dalle routine invernali.

 

Ogni giorno il catalogo della primavera/estate 2018 si amplia…foto nuove, nuovi arrivi e nuove scoperte!

 

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Daniela Gregis

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Daniela Gregis

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Issey Miyake

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Issey Miyake

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Forme D’Expression

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Casey Casey

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Boboutic

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Zucca – Japan

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Zucca – Japan

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Trippen – Berlin

 

Scopri la nuova Collezione primavera/estate 2018

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native-village-coat-particularAncora il Giappone l’area da cui giunge una new entry dal nome simbolico Gasa*, ‘garza’ in spagnolo, volutamente scelto dalla designer Mie Igarashi indicando lo stretto riferimento ad uno dei materiali primari, con cui fin dalla nascita si viene a contatto. Un tessuto che protegge, accudisce e mette a proprio agio, un’indicazione forte sulle intenzioni operative del marchio: utilizzo di fibre naturali e anallergiche, volumi confortevoli, senza le concessioni formali dei ‘classici’ della cosiddetta scuola giapponese, sensibilità cromatica e controllo completo della produzione tessile, in un evoluto equilibrio tra sollecitazioni etniche e alta tecnologia.

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Una realtà che si amplia in collaborazione con Native Village, piccolo brand disegnato da Masaaki Matsuya, dove le allusioni alla dimensione familiare del villaggio e alle continuità offerte dalla natura, non sono certo casuali.

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Entrambi i marchi rivelano una modalità molto contemporanea di fare impresa, dove il modo più opportuno di entrare sul mercato e realizzare un sogno creativo possono considerarsi la collaborazione e il reciproco sostegno. Anche da questo elemento collaborativo emerge una sensibilità particolarmente accentuata, dove i due diversi linguaggi trovano importanti punti di convergenza.

Se Gasa* esprime con maggiore intensità un approccio discreto e giocoso, tradotto da particolari come toppe e ritagli nella maglieria o integrazioni di maglia e tessuto, Native Village, nella scelta di un solo tessuto di grande rarità, concentra colore e una caparbia volontà di offrire pezzi unici e pressoché introvabili.

Nella loro contenuta produzione, aggiungono sapore a contesti più maturi e riconoscibili, portando la freschezza dei gesti inediti e appassionati.

Come sempre, un’occasione per apprezzarne la scoperta, è accompagnarvi nel loro show-room di Parigi insieme a noi…

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Scopri online la collezione di Gasa e di Native Village

 

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A volte, scoprendo nuove realtà, fiuto e intuito servono a ben poco. Nell’intensità della Paris Fashion Week, non è veramente fattibile riuscire a vedere tutti gli show-room che ci si ripromette di visitare prima di partire. Trovare gli indirizzi, organizzare gli appuntamenti e poter definire un calendario ragionevole, dove gli spazi e gli orari rimangano il più prossimi possibili, hanno poche probabilità di riuscita. Tuttavia, nell’ottimizzazione dei tempi a disposizione, c’è una regola aurea: valorizzare la rete di conoscenze affidabili e rispondere agli inviti di chi ben conosce il nostro binario selettivo.

È questo il caso di Individual Sentiments, novità di matrice giapponese, segnalata dalla cara Bimbi, conosciuta anni addietro in casa Carpe Diem. Pochi i riferimenti a cui affidarsi, essendo alla prima collezione invernale per la donna, il marchio, disegnato dalla designer Yoko Ito, nasce infatti nel 2009 solo con la linea da uomo. Senza altre connessioni, se non la fiducia verso l’autrice della segnalazione e l’interessante lavoro nell’espressione maschile del brand, ci siamo recate in uno show-room impossibile da individuare altrimenti: un piano interrato, molto suggestivo, ma, ahinoi, poco illuminato, in una via un po’ defilata all’interno del Marais.

Le nostre riprese, come di consueto, potranno essere d’aiuto nella scoperta del lavoro ‘al femminile’ di Individual Sentiments.

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Un’idea decisamente contemporanea di design, dove il bisogno di differenziazione insito nella necessità di ‘cambiare abito’ viene affidato ad elementi stilistici molto sottili e poco appariscenti. Una meticolosa selezione dei materiali, rigorosamente giapponesi, dei colori, un tutt’uno col tessuto, una definizione formale altamente concettuale, appresa e coltivata durante l’importante collaborazione con Maurizio Altieri ai tempi di Carpe Diem, straordinaria esperienza di avanguardia italiana.

All’interno di queste linee-guida, Individual Sentiments  sviluppa un linguaggio lontano da mode e tendenze, realisticamente senza tempo, in cui non mancano provocazioni e sfide complesse, dove ciò che a prima vista può sembrare, poi non è: la lavorazione a maglieria di certi tessuti, cappotti che, rovesciandoli, divengono abiti o abiti che, al contrario, sembrano cappotti. E ancora, esercizi tessili dove il movimento cromatico è fornito dall’accostamento di tessuti dritti e rovesci o da sfumature utili ad accentuare effetti luminosi.

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Una collezione che, seppure ai suoi esordi, già rivela con decisione un’anima apolide ed organica, in clamorosa sintonia e serrato dialogo con le sollecitazioni culturali più evolute del nostro tempo.

Scopri la collezione online di Individual Sentiments

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