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   IVO MILAN – Radical Fashion Blog

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Ancora una volta Rey Kawakubo riesce a stupire trovando nuove soluzioni per decostruire gli indumenti più elementari e trasformarli in opere d’arte.

Nel video seguente, un breve estratto della sfilata di Parigi in cui veniva presentata la nuova collezione Primavera-Estate 2011.

 

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Yohji Yamamoto at the V&AIl Victoria and Albert Museum di Londra, si appresta ad ospitare, per la prima volta nel Regno Unito, un’ampia retrospettiva interamente dedicata a Yohji Yamamoto. Oltre 80 opere, tra abiti maschili e femminili, considerate tra le più rappresentative del suo lavoro, in scena nelle suggestive sale del più importante museo al mondo di arte e design, dal 10 marzo al 10 luglio 2011. Quattro mesi per scoprire ed apprezzare uno dei più influenti ed enigmatici stilisti degli ultimi 40 anni e partecipare ai molti eventi organizzati per introdurre il visitatore nella complessa dimensione estetica dell’artista: colloqui, visite guidate, corsi, workshop, performance speciali e molto altro ancora.

Yohjis-Women

Yamamoto, col suo stile visionario e anticonvenzionale, ha fornito impulsi vitali al sistema della moda, aprendo scenari del tutto innovativi e radicali, la cui portata può sintetizzarsi come una profonda cesura all’interno di norme e schemi consolidati. La particolare sensibilità verso materiali sconosciuti o trascurati, le soluzioni geometriche ardite, talvolta ironiche, e una personale interpretazione del colore, se rappresentano gli elementi costitutivi di una profonda trasformazione nel radicato conformismo occidentale, hanno anche dato forma e voce ad un diverso modello di femminilità. Sarà possibile farsene un’idea, recandosi di persona al Wapping Project Bankside, uno degli spazi londinesi coinvolti nell’iniziativa del V&A Museum, per la mostra fotografica Yohji’s Women, dove saranno esposti i lavori di fotografi di fama internazionale, collaboratori di Yamamoto fin dagli esordi, come Nick Knight, Inez Van Lamsweerde and Vinoodh Matadin, Peter Lindbergh, Craig McDean, Sarah Moon, Paolo Roversi e Max Vadukul.

La selezione permette di ammirare una bellezza femminile espressa da indizi e qualità da noi poco considerati, come la riservatezza, l’indipendenza intellettuale e una buona  conoscenza di sé. Donne ritratte nelle loro sfaccettate espressioni caratteriali e perciò intense e concretamente sensuali. Un’umanità valorizzata e descritta da abiti ed immagini concettualmente sofisticati.

Yohji-Making-WavePer finire, ci si può recare al Wapping Project per assistere all’installazione realizzata da Masao Nihei, scenografo e designer della luce, collaboratore di lunga data dello stilista. Verrà infatti allestito un enorme vestito bianco sorretto da canne di Bambù, immerso in surreali effetti scenici di luci ed onde che lo attraversano e scompigliano ad intervalli regolari di dieci minuti.
L’opera, assolutamente da non tralasciare nel lungo tour su Yohji, incarna la  metafora sulla portata rivoluzionaria e destabilizzante del proprio lavoro.

I luoghi e le date delle esposizioni:

Yohji Yamamoto, Victoria and Albert Museum,  12 March – 10 July 2011

è possibile acquistare online il catalogo della mostra.
Yohji’s Women, The Wapping Project Bankside,  12 March -14 May 2011
Open Tue-Sat from 10am to 6pm, Monday by appointment.
Tel. 020 7981 9851; info@thewappingprojectbankside.com;

Yohji Making Waves, The Wapping Project,
12 March – 14 July 2011
Wapping Hydraulic Power Station, Wapping Wall, E1W 3SG
Open Monday – Friday noon to midnight; Saturday and Sunday from 10.00am.
Closed on Sunday night.

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Rick OwensEccentrico personaggio prestato temporaneamente dal nuovo continente alla Ville Lumiere, Rick Owens, in pochi anni, è riuscito a conquistare il consenso dello star system americano e il sostegno delle maggiori riviste di moda, trasformandosi in un vero e proprio fenomeno di tendenza.

Le sue personalissime silhouette hanno ottenuto un successo tanto generalizzato da divenire prototipi di riferimento per una moltitudine di prodotti emuli e modus vivendi per uno stuolo di appassionati. Evento eccezionale, soprattutto per uno stilista che non si muove all’interno di un filone già noto ed affermato, ma che, al contrario, si è esposto con coraggio elaborando nuovi ed originali standard stilistici. Facilmente riconoscibili, questi ruotano intorno ad una stravagante commistione di elementi riferibili a certe sottoculture giovanili, un po’ hippy e darkeggianti, e tratti fortemente aristocratici, forniti spesso dall’austerità delle lunghezze o dalla complessità delle chiusure nei colli montanti dei capi spalla. Se maniche troppo lunghe, bordi sbrindellati e un frequente ricorso a maglie e maglioni amplificano un tipo umano trasandato, al limite della sciatteria, viceversa, un macchinoso equilibrio tra forme, volumi e materiali, tradisce un’insospettabile propensione al buon gusto e, più in generale, all’eleganza.

Le collezioni di Rick Owens si prestano così a paradossali valutazioni: da un lato, appagano le aspettative di coloro che identificano e apprezzano un indumento per la sua chiara collocazione tra gli oggetti che procurano prestigio. Dall’altro, all’opposto, vengono apprezzate da persone che, in un abito, una giacca o un cappotto, cercano semplicemente l’emozione di scoprire qualcosa di inedito e personale, indipendenti da ogni tipo di omologazione e totalmente estranee ai diktat del sistema della moda.

Scopri la collezione di Rick Owens

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