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   IVO MILAN – Radical Fashion Blog

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luglio 2011 Monthly archive

Di certo, pochi sono coloro che sanno cosa accade quando ad Ivo Milan viene posta una richiesta, apparentemente semplice, come quella di un “pacco regalo”. Se proviene dal sito, è impossibile rendersi conto del tempo necessario ad appagarla. Se, invece, viene rivolta all’interno del negozio, il cliente è gentilmente invitato a sbrigare le proprie faccende, così da evitare l’attesa. Nonostante la seccatura iniziale, la sorpresa e la meraviglia di fronte all’opera compiuta, prendono sempre il sopravvento.

In effetti, difficile aspettarsi che un imballaggio, molto spesso trascurato, spersonalizzato e banalizzato da carte anonime, nastri e fiocchi kitch, venga pensato come gesto poetico, capace di generare stupore ed emozione in chi lo riceve.

Le mani e i sogni di Sari trasformano scatole da scartare in tele su cui modellare derive immaginarie, performance artistiche da ammirare e fotografare…perché il loro destino è transitorio e paradossale, essendo concepite proprio per essere “scartate” in pochi attimi.

Un’applicazione inedita, forse inutile, densa però di una generosa e assoluta cortesia verso quel pensiero originario nei confronti di qualcuno. Una premura espressa con un linguaggio totalmente sconosciuto, capace di esaltare l’autentico valore del dono.

Con il suo ingresso, 16 anni fa, nell’attività familiare, Sari Milan ha adattato allo spirito fortemente innovativo dell’azienda la propria vocazione a inventare, applicandosi nelle mansioni in cui questa sua predisposizione trova respiro: vetrine, comunicazione e installazioni interne.


Ovviamente, su richiesta, continua a produrre pacchi regalo.

 

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A continua riprova di quanto labili siano i confini tra arte e moda all’interno della cosiddetta scuola giapponese, segnaliamo la curiosa installazione realizzata per la boutique di Issey Miyake a Tokyo, dall’architetto Yoichi Yamamoto.

Una carrellata di sedie azzurre, su cui stanno appesi e appoggiati i colorati cappelli del più illustre modista nipponico, Akio Hirata.


La naturale collocazione dei copricapi cela, in realtà, un artificiale ed illusorio effetto ottico, giocato su un’ingegnosa combinazione di elementi tridimensionali, gli schienali, e bidimensionali, le gambe delle allegre seggiole azzurre.


Se si osserva la vetrina da una certa angolazione, l’apparente semplicità dell’allestimento riesce ad ingannare l’ingenuità dello sguardo. Solo spostando il punto d’osservazione, con grande sorpresa per il passante distratto, il complesso trompe l’oeil viene risolto.

Un’ulteriore testimonianza dell’imprescindibile valore aggiunto apportato da competenze che si compenetrano a vicenda, ma anche, dal considerare la facciata di un negozio non come effimera bacheca di capi in vendita, bensì, come spazio privilegiato su cui allestire astratti esercizi del pensiero, da condividere, responsabilmente, con un pubblico in movimento.


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Abbiamo rinnovato completamente l‘aspetto grafico, e aggiunto nuove funzionalità come, per esempio, una lista di capi o accessori correlati nella pagina di dettaglio di ogni capo singolo.

 

Speriamo di essere riusciti a migliorare le funzionalità e la fruizione complessiva del sito. Nel caso riscontraste anomalie, difficoltà nella consultazione del sito o problemi tecnici, ci farebbe cosa molto gradita ricevere la vostra segnalazione all’indirizzo di posta elettronica inf@ivomilan.it o telefonandoci allo 049 87 84 818

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Continua la panoramica all’interno di Ivo Milan. Dedicata, in particolare, a tutte coloro che ancora non hanno avuto occasione di recarsi nel centro storico di Padova, alla scoperta degli spazi del negozio di via Santa Lucia.

Scorci di una realtà quotidiana, dove il lavoro e il rapporto con le persone si fondono in una comune passione per il vestire, l’arte e la parola. Un ambiente in continua trasformazione, con installazioni e vetrine settimanalmente allestite per mostrare come, fornitori diversi, possono coesistere ed essere abbinati in base ai gusti, gli stili e le necessità più eterogenee.


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Dopo una lunga eclissi, un grande ritorno.

XII XII XLIX, data di nascita del noto stilista italiano, sottolinea la riappropriazione di un marchio per anni vittima di pesanti controversie sui diritti del brand e rilancia una collezione autenticamente pensata e disegnata da Romeo Gigli.

Folgorante rivelazione per la storia del costume italiano, dominata a metà degli anni ottanta da un modello femminile androgino racchiuso nei geometrici e spigolosi tailleur alla Armani, Gigli seppe spiazzare ed affermarsi con sagome in opposta tendenza.

Laddove si inneggiava alla donna manager, in una latente tensione competitiva col proprio partner maschile, Gigli fece esplodere e rifiorire una femminilità ancestrale ed eterea, raccolta in silhouettes vagamente rinascimentali. Un potente omaggio all’aggraziata sensualità del corpo e dell’identità femminile. Una rivoluzione che ha, almeno nel mondo della moda, letteralmente abbattuto quell’equivoco della lotta fra i sessi che tendeva ad omologarne personalità e destini.

La collezione estiva, pur non raggiungendo l’estensione e la complessità stilistica delle articolate proposte del passato, discretamente, ne ripropone lo spirito. Morbidi jersey, spalle scoperte, nodi, sovrapposizioni, lievi asimmetrie e vezzose lavorazioni in seta, espresse in tonalità oscillanti tra la calda densità dell’ocra e dell’arancio e la concentrazione, a volte metallica, del nero, grigio e blu, richiamano quella femminilità così caratteristica, da esser descritta semplicemente in associazione al suo nome, “alla Romeo Gigli”.

Passare in rassegna i vari capi, risveglia nostalgici ricordi intorno ad un’epoca che ha visto, meritatamente, la moda italiana al centro della scena internazionale.

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