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maggio 2016 Monthly archive

Y's Yohji Yamamoto Spring/Summer 2016

Forse non tutti sanno che prima ancora di uscire con la linea che oggi porta il suo nome per esteso, Yohji Yamamoto esordì nel 1972 con la Y’s. Un genitivo sassone fortemente rivelatore del sentimento di paternità e affezione del noto designer giapponese verso il proprio lavoro e la sua giovane performance.

Y’s, nel senso proprio ‘di Yohji’, non può dunque considerarsi oggi una seconda linea, quanto invece un’alternativa quotidiana a quei codici stilistici più arditi riservati da tempo alle collezioni da passerella.

Non è evento raro che, nell’esteso show-room parigino di Rue Saint-Martin, ci troviamo di fronte all’imbarazzo della scelta tra un capo della fèmme o del suo analogo della Y’s, riflettendo di volta in volta se privilegiare un’interpretazione femminile più astratta e matura o una più acerba e concreta. La decisione finale, solitamente, è affidata alla maggiore corrispondenza tra forma, colore e composizione, col mondo evocato dal modello in oggetto.

Y's Yohji Yamamoto Spring/Summer 2016 show-room

Anche nella Y’s, Yohji non lesina il coinvolgimento di remoti artigiani, ultimi depositari del ricchissimo patrimonio tessile giapponese, e, con straordinaria disinvoltura e discrezione, conduce questi imperdibili saperi ad ingentilire la vita di ogni giorno. Patchwork di lini e cotoni, tasselli tenuti insieme da laboriose cuciture, pois distesi su ampiezze complesse, tessuti doppiati, pieghe abbozzate e sfalsate, pinces posizionate ad hoc, attenta distribuzione dei vuoti e dei pieni, in un continuo, attentissimo gioco intorno al particolare, ai dettagli, a confondere la collocazione di abiti, giacche e maglie, tra due mondi antitetici: uno classico e convenzionale e l’altro, più imprevedibile e personale. L’effetto è di spiazzamento, tipico del tratto alla Yohji Yamamoto, sempre in consapevole e meditato equilibrio tra austerità ed anticonformismo.

Y's Yohji Yamamoto dress Spring/Summer 2016

Y's Yohji Yamamoto Spring/Summer 2016 dress detail

Y's Yohji Yamamoto Spring/Summer 2016 jeans and pois shirt

Y's Yohji Yamamoto Spring/Summer 2016 shirt pois

Y's Yohji Yamamoto Spring/Summer 2016 gilet

Y's Yohji Yamamoto Spring/Summer 2016 jumpsuit and back-pack

Y's Yohji Yamamoto Spring/Summer 2016 pants-dress

Y's Yohji Yamamoto Spring/Summer 2016 trousers

Y's Yohji Yamamoto Spring/Summer 2016 trousers detail

Y's Yohji Yamamoto Spring/Summer 2016 jacket

Y's Yohji Yamamoto Spring/Summer 2016 jacket detail

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Ammirare dal vivo un capo del grande maestro della cosiddetta scuola giapponese, Yohji Yamamoto, non solo è occasione rara, ma la reazione del pubblico è sempre la stessa: silenzio e un’espressione che, all’istante, trasforma il volto a dire, molto semplicemente:  ‘Qui siamo oltre’. Oltre la moda, oltre le tendenze stagionali, oltre quello che abitualmente si può vedere in giro, oltre la noia dilagante del fare abiti con approssimazione.

In tempi sempre più critici per l’abbigliamento, dove sempre meno spazio è concesso al saper fare, dove i ritmi di produzione sono sempre più compressi per contenere i costi e, soprattutto, aumentare i margini di guadagno delle aziende produttrici, riuscire ad intercettare un’opera di Yohji Yamamoto è come trovare sollievo in mezzo al più insidioso dei deserti. Perché l’alta sartoria, applicata a modelli fruibili e dal design eloquente, può emozionare al pari di ogni altra nobile espressione artistica. E Yohji, più che mai, è abile tessitore di saperi antichi e sollecitazioni contemporanee, maturate in contesti metropolitani ad alta concentrazione di relazioni, contaminazioni e sincretismi.

Per la primavera/estate 2016 si osserva una personale interpretazione di atmosfere illuministiche, nei bustier composti in articolate asimmetrie su più ampi volumi di gonne e pantaloni, enfatizzate dal sontuoso scenario dell’Hotel de Ville di Parigi, scelto per la sfilata.

 

Ma la citazione storica si mescola e confonde con  silhouette più contemporanee e urbane, evocate con decisione dalle lunghezze e dai dettagli dei soprabiti, dal disordine calcolato di certi abiti e top

 

e soprattutto dall’esplicita collaborazione con la giovanissima pittrice Yuuka Asakura (qui i profili instagram e twitter), chiamata a dipingere i suoi astratti lavori sui già preziosissimi cotoni giapponesi.


Il nero onnipresente si sporca di segni pittorici di suggestivo coinvolgimento cromatico, invitando il pubblico ad osservare con calma ed attenzione, a fermarsi, scoprendo anche i gesti meno appariscenti di fibre che si rivelano nella loro curata e sorprendente tridimensionalità.

In opposizione alle più pressanti ed emergenti richieste di compressione spazio-temporale, Yohji Yamamoto, col più discreto savoir faire, ci ricorda che la bellezza può essere ancora parte delle nostre storie, basta non smettere di cercarla.

La collezione Primavera – Estate 2016 di Yohji Yamamoto è su www.ivomilan.com

 

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Pur non avendo un nome altisonante come il famosissimo marchio inglese Burberry, Kate Sheridan e la sua produzione di soprabiti impermeabili sono ben noti in terra britannica. Habitué di repentini cambi di tempo, transitando per lunghi momenti di cieli grigi e uggiosi, la giovane designer si sperimenta in un prodotto di veloce e strategico utilizzo, ideale nelle cosiddette mezze-stagioni, quando è necessario stratificare ed avere il pezzo che metta al riparo da molto probabili e frequenti acquazzoni.

Kate Sheridan

Con un design essenziale, l’azienda propone un capo di media o corta lunghezza, dal volume ampio, proprio per permettere a chi lo indossa la libertà di aggiungere o togliere indumenti senza sentirsi costretti al suo interno.

Kate Sheridan Shop Online

Il modello è seriale:
cappuccio, pinces centrale posteriore, alte tasche a filo diagonali e una chiusura, ormai identificativa del marchio, a doppio petto con una coppia di bottoni da lato a lato del collo che può essere anche semplicemente bloccata sul davanti, dando al capo un particolare aspetto a metà strada tra una mantella ed un impermeabile. Quest’ultima attenzione è anche mirata a far emergere i colori delle fodere interne prescelti per la stagione in corso. L’esercizio creativo è infatti giocato intorno alla scelta cromatica dei cotoni impermeabilizzati con la più antica e naturale delle tecniche, la cera d’api, e il suo abbinamento con la tela interna.

Shop online kate sheridan

Per quanto modulare possa essere il lavoro di Kate Sheridan e in ciò non promettere le sorprese a cui realtà più propulsive ci hanno abituato, l’esito è un capo-spalla che ha tutte le caratteristiche per divenire un grande classico, scevro però da ogni nostalgico e noioso bon ton. Le linee accennate, aperte a conformarsi alle abitudini di chi lo vive, con pieghe e segni che si disegnano nel tempo e, ancora, l’accentuata sensibilità cromatica permettono alla giovane designer britannica di dialogare con disinvoltura con le avanguardie della moda contemporanea.

Impermeabile donna Kate Sheridan

Sullo shop online www.IvoMilan.com potete trovare un’ampia scelta di impermeabili da donna.

 

Impermeabile

Kate Sheridan: an eclectic array of accessories.

 

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