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   IVO MILAN – Radical Fashion Blog

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Chi passa per Padova ha familiarità con le vetrine del nostro negozio. Un’occasione in cui l’abito viene collocato in una sorta di palcoscenico, dove, a fare da sfondo, sono dei pannelli retro illuminati.

Queste aree sospese, che si affacciano sul portico di via Altinate, di fronte alla chiesa più antica di Padova, Santa Sofia, periodicamente, vengono sostituite. Si tratta di tele astratte, spesso ‘prese in prestito’ da veri e propri artisti contemporanei. Più volte sono state offerte da Mirco Fabio Mariotto, architetto e caro, storico amico il cui lavoro realizzato al computer appare più pittorico che digitale

sito: https://www.fabiomariotto.it/

La scelta cade di volta in volta su colori che evocano la stagionalità in corso o che meglio si prestano a fare da scenografia ai completi esposti in un delicato equilibrio di luce e riflessi del vetro illuminato secondo lo scorrere della giornata.


È particolarmente curioso l’evento a monte delle ultime selezioni. Si tratta infatti di una collaborazione nata a seguito di un intenso scambio di mail con una cliente statunitense che, chiedendo indicazioni su capi di suo interesse presenti nel nostro catalogo online, ha portato a scoprire il suo magnifico mondo artistico.

Il confronto di grande umanità e la comune sensibilità estetica ha quindi portato a questa eccezionale collaborazione tra Eliza K Thomas di Austin, Texas e la nostra realtà…

Sito: https://www.elizakthomas.com/

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Una storia di lavoro, di famiglia e di eccellenza, quella di Avant Toi, marchio tutto italiano, nato a Genova nel 1955 con l’acquisto della prima macchina di maglieria e la determinazione di Lia Gambetta, fondatrice dell’azienda.

Una vicenda che attraversa le diverse fasi economiche italiane e, nonostante le importanti crisi del settore, riesce a crescere e a sviluppare una propria solidità grazie all’alternarsi generazionale, ad un team di collaboratori affiatati e ad altri preziosi elementi sinergici: innovazione, con l’investimento in macchinari ad alta tecnologia, artigianalità (molto del lavoro è ancora fatto a mano), scelta di filati nobili (cachemire, sete, lino e cotoni organici) e un’esclusiva sperimentazione cromatica.

La sensibilità artistica di Mirko, figlio di Lia, la sua passione per la pittura, definiscono l’identità più contemporanea dell’azienda. Ispirandosi alle tecniche dell’hand painting, Mirko concepisce la maglia come un’occasione su cui liberare le diverse potenzialità del colore. Partendo da basi neutre o scure, i diversi temi cromatici prendono forme astratte, spesso sfumate dall’utilizzo ricorrente dell’aerografo, o più materiche, nei filati laminati, quasi metallici.

Il mondo di Avant Toi, dalle silhouette essenziali, di confortevole utilizzo, offre una sconfinata gamma di colori che, a seconda della fibra prescelta, si sviluppa in modo esponenziale e, con estrema agilità, spazia dai contesti più quotidiani a quelli di maggior necessità espressiva, senza ostentazione formale, ma di assoluta gratificazione estetica e personale.

Ecco qualche anteprima della nostra selezione per la Primavera/Estate 2025

Abito lungo e svasato, in camouflage laminato e glitterato di seta e elastan

 

Maglia al fianco, ampia, in maglia di cotone e poliammide mouliné tinta a mano

 

Maglia al fianco, ampia, in maglia di lino e cotone tinta a mano

 

Cardigan corto e ampio in maglia di cotone e poliammide mouliné tinta a mano

 

Maglia lunga e ampia in maglia laminata di lino tinta a mano

 

 

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Un avveniristico sviluppo dell’etica del Miyake Design Studio dirige la filosofia del brand giapponese, ora alla sua nona stagione – decima, se si considera la presentazione già avvenuta a Parigi per il prossimo autunno/inverno.

Yusuke Takahashi, fondatore e designer di CFCL, classe 1985, laureato alla Bunka Fashion Graduate University di Tokyo, entra a far parte dell’esclusivo team creativo della Maison Miyake nel 2010 e dal 2013 ne diviene protagonista firmando la linea ISSEY MIYAKE Men.

Un patrimonio per la prestigiosa azienda giapponese, al tempo, seguita in prima persona dallo stesso Issey Miyake, lungimirante precettore di talenti da aggregare e incoraggiare, per garantire continuità alla realtà che ancora oggi porta il suo nome.

Nel 2020, probabilmente fiutando il cambio di direzione verso un business più radicale e sicuro della Maison Miyake, e con la ricca dotazione di esperienze acquisite, Takahashi si emancipa, uscendo con un proprio brand, CFCL. Un sincretismo, ancora una volta di promettente tradizione nipponica tra esperienze e culture, con un passo evoluto sulle trasformazioni globali.


Dove va l’abbigliamento, una delle industrie più inquinanti al mondo?

Cosa offrire, dopo le esperienze traumatizzanti della pandemia, che hanno reso più fragile l’equilibrio tra comfort e vita sociale?

Come rispondere ai contesti artistici e culturali, che ancora reclamano una differenziazione espressiva nelle due dimensioni, quotidiana e professionale?

Cosa possono offrire le nuove tecnologie e le reti sociali?

Domande che, connesse alla propria epoca, hanno motivato lo stesso Issey Miyake.

Nasce così CFCL, cercando di dare risposte e spessore a temi cruciali, quali il rispetto ambientale, la trasversalità di utilizzo, di silhouette, di contesti.

Takahashi mette in campo i propri studi avanzati sulla progettazione al computer della maglieria e così la possibilità di azzerare gli scarti tessili.

La scelta di una produzione in maglia anticipatamente ideata a pc permette infatti, nella sua elasticità, di offrire uno sviluppo taglie soprattutto in lunghezza e contenere al minimo le rimanenze.

Connette reti di recupero di materiali residuali come il poliestere, riciclandoli, rifilandoli e ritingendoli secondo filiere sostenibili, tracciabili fino all’origine della loro provenienza, tingendoli secondo le più antiche tecniche giapponesi (dall’ikat, allo shibori, ecc.).


Cerca forme adattabili ai contesti domestici e sociali.

Una realtà, CFCL, che pone al proprio centro lo stare nel mondo, con rispetto, comfort, creatività e senso comune, senza dare particolare peso alle estrose immagini da designer chiuso nel proprio piccolo mondo ideativo.

Non sono casuali le grandi collaborazioni con artisti contemporanei, dalla musica alla danza, dagli interior designers, agli architetti. Un sostegno internazionale, per un concreto progetto globale.


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Abbiamo già avuto occasione di presentare il lavoro di una delle nostre più recenti new entryMelitta Baumeister, ma è con grande soddisfazione che vogliamo condividere il prestigioso riconoscimento appena ottenuto come vincitrice dell’edizione 2025 del National Design Award del Cooper Hewitt Smithsonian Design Museum di New York.

La più importante istituzione degli Stati Uniti, dedicata esclusivamente al design storico e contemporaneo, custode di una delle collezioni più articolate al mondo, con oltre 215.000 oggetti che coprono 30 secoli di storia, nel 2000, insieme al Millennium Council della Casa Bianca, ha inaugurato la rassegna per sottolineare l’impatto del design sulla vita quotidiana e sul nostro eco-sistema. I premi, diversificati per disciplina (moda, interni, architettura, comunicazione, ecc.), omaggiano l’innovazione e quei progetti potenzialmente capaci di generare trasformazioni nel mondo sociale e naturale.

E quale connessione col lavoro di Melitta?

Come lei stessa sostiene:

Nel nostro studio, creiamo capi di abbigliamento che saranno indossati e diventeranno parte della vita di qualcuno. Attireranno l’attenzione e susciteranno conversazioni e, talvolta, sfideranno le percezioni, incoraggiando nuovi modi di vedere il mondo”

Dopo il successo dell’edizione 2023 al CFDA/Vogue Fashion Fund, la designer, di origini tedesche, si conferma ancora una volta promessa brillante nel panorama della moda internazionale. Non solo la sua produzione manifesta un’estetica decisa, dove i volumi e le silhouette si fanno occasioni scultoree, spiazzanti, talvolta umoristiche e giocose, ma è anche fortemente radicata in quell’etica dello slow-fashion che prevede un ricco repertorio di capi continuativi e filiere corte a basso impatto ambientale.

Quindi, perché non andare a conoscere un po’ delle sue opere, compatibili con le stagioni intermedie, sempre dal forte sapore trasformativo e senza tempo?

 

Abito ‘sculpture’ longuette in plissé di poliestere tinto a mano con effetto cangiante, girocollo con profilo in contrasto di colore, manica corta stondata con fascia circolare rigida al fondo, fondo circolare con base interna più rigida

Abito ‘sculpture’, lungo e asciutto, in jersey con texture a corteccia di poliestere riciclato e poliestere, collo a lupetto con bottoncini, manica lunga, fondo con fascia imbottita a onde circolari

Abito ‘bomber’ longuette, ampio, in taffetas di nylon pesante, girocollo con bottoncino sul retro, senza maniche, grande tasca imbottita applicata da un lato con fascia a maglieria, fondo a giacca bomber over con fascia a maglieria ai lati e più lungo sul retro

Caban over in tela di nylon waterproof, un petto, collo a cratere, chiusura con zip con doppio cursore, taglio verticale con apertura sul retro delle maniche per essere indossato a mantella, due tasche a filo e due con zip in contrasto di colore sul davanti e due tasche applicate al fondo sul retro, coulisse sul fondo manica e al fondo del capo

Abito ‘sculpture’, longuette, in plissé di poliestere a pieghe verticali sul busto e orizzontali sulla gonna con stampa tattoo a serpenti, girocollo, senza maniche, gonna ampia e astrattamente lontana dal corpo con motivo a cerchio ondulato sul giro-vita

Per scoprire le collezioni: Melitta Baumeister – Ivo Milan Radical Fashion


 

 

 

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Siamo a Bergamo, ma il percorso inizia lontano, a Tokyo, città natale e di formazione. Risa si specializza alla prestigiosa Tama Art University in design tessile, un percorso che la conduce all’interno del Miyake Design Studio collaborando per la più artigianale delle linee, la Haat.

Il trasferimento quindi in Italia, come spesso accade per i talenti giapponesi, dove lavora fino a poter aprire la propria bottega sartoriale producendo solo capi su misura, nel centro storico di Bergamo. Infine, il grande salto, una piccola produzione destinata a poche e selezionate boutique al mondo e un brand che porta il suo nome: Risa Nakamura.

La designer importa nel proprio laboratorio la grande sapienza tessile giapponese e opera con livelli di artigianalità meticolosi, che vanno dalla ricerca cromatica con tinture vegetali alla lavorazione manuale dei bottoni in radica calabrese, recuperando gli avanzi di un legno tanto robusto da essere solitamente destinato alle pipe da fumo. Una sensibilità che rimette in circolo anche i materiali meno considerati per dettagli marginali, come possono essere i bottoni, talvolta nemmeno visibili perché nascosti da discrete pattine.


Il Giappone condiziona tutta l’atmosfera del lavoro di Risa. Se ne sente il respiro in ogni suo gesto: la selezione di fibre pure, come lo shetland di lana, protetto dalle sue ben note asperità con fodere in lino naturale; lo suede di cotone organico, un’alternativa alle felpe più domestiche; la leggerezza nitida sul colore del crêpe de chine di seta lavata. Il Giappone volteggia tra forme rigorose o morbide, ispirate agli indumenti da lavoro o ai corollari del kimono e in certi esercizi tipici dell’origami, in cui lo sviluppo della geometria parte da piccole connessioni ripetute, come nel caso della gonna a patchwork di cento pezzi che vanno a chiudere un cerchio perfetto.


Il mondo di Risa e del suo più fedele collaboratore, il marito Emiliano, è permeato di un’estetica lenta, paziente e sensibile, operosamente dedicata a generare un sorprendente equilibrio Zen: di semplicità, cura e laboriosa, coinvolgente, mitezza esistenziale.

Per scoprire la nuova collezione: ivomilan.com

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