Daniela Gregis
Più che una collezione, Daniela Gregis evoca un mondo, ma non un mondo qualsiasi, per molti, di certo, il migliore dei mondi possibili. La scelta dei tessuti, antichi e naturali, al contempo poveri e pregiati.
La miscellanea di colori, espressione di un’armonia universalmente riconosciuta perché familiarizzata coi tramonti e l’alternarsi delle stagioni, del giorno e della notte, ma anche nell’intimità delle domus rurali.
I tessuti, eseguiti con i tempi lunghi del telaio, o del fare a maglia. Il lavoro della stilista non è però riducibile ad una nostalgica riproposizione di un passato fossilizzato e andato irrimediabilmente perduto, tutt’altro. La contemporaneità è rivelata nelle forme, abili dosaggi di complessità ed essenzialità, visibilmente contaminate dalla scuola giapponese e da un’estesa varietà di spunti culturali, attinti da un pianeta rimpicciolito dalla tecnologia e dalla velocità con cui viaggiano le informazioni.
La poetica dei capi di Daniela Gregis emoziona, tocca corde interiori soffocate dai frenetici ritmi quotidiani, riuscendo a delineare un futuro sostenibile, chissà, finalmente a dimensione umana.
Combinare invenzione poetica, altissima qualità nei tessuti e sensibilità cromatica che dal Rinascimento evoca una peculiarità italica guardata con ammirazione da tutto il mondo, sembra essere l’arte in cui Daniela Gregis eccelle e si realizza stagione dopo stagione. Prodotto sottotraccia, mai reclamizzato, eppure talmente apprezzato da essere distribuito nei negozi multimarca più esclusivi e più accreditati nella ricerca di nuovi talenti. Basti ricordare, uno per tutti, Dover Street Market, ormai riconosciuto come il negozio multibrand più importante del mondo che da solo può giustificare un viaggio a Londra.
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